“Impegnatevi a diventare uomini, non disumani”
A Fivizzano varie iniziative dedicate al Giorno della Memoria con l’incontro del Procuratore Marco De Paolis e del Professor Paolo Pezzino con gli studenti

L’approssimarsi del Giorno della Memoria, il 27 gennaio, il venticinquesimo dalla promulgazione ella Legge 211 del 20 luglio 2000, è stato celebrato, anche quest’anno, con numerose iniziative, nelle scuole, negli Istituti Storici, nelle Amministrazioni di tutti i livelli.

Il procuratore Marco De Paolis, durante il suo intervento a Fivizzano
Il procuratore Marco De Paolis, durante il suo intervento a Fivizzano

Il Comune di Fivizzano, medaglia d’oro, ha organizzato eventi importanti, che hanno visto la partecipazione del Procuratore Marco De Paolis e del Professor Paolo Pezzino, entrambi suoi cittadini emeriti. A De Paolis, il “cacciatore di nazisti”, si deve la scoperta dell’Armadio della Vergogna, contenente ben 700 fascicoli relativi alle stragi nazifasciste (6891 i morti), e il rinvio a giudizio di 79 nazisti.

Nel suo intervento, davanti a numerosi studenti e cittadini, nel salone del Museo degli Agostiniani, ha ripercorso il lungo e difficile cammino compiuto per assicurare alla giustizia criminali di guerra come Walter Reder, Kesserling, Priebke…

La lectio magistralis di Paolo Pezzino

Altrettanto partecipata è stata, nello stesso Museo, la lectio magistralis “A che serve ricordare, fra ritualizzazione e attualità” del Professore dell’Università di Pisa Paolo Pezzino, organizzata, col patrocinio del Comune, dall’Ass. “Dal libro alla solidarietà”.

Il Professore dell’Università di Pisa Paolo Pezzino, con al  fianco a Simone Galli, durante la lectio magistralis “A che serve ricordare, fra ritualizzazione e attualità”
Il Professore dell’Università di Pisa Paolo Pezzino, con al fianco a Simone Galli, durante la lectio magistralis “A che serve ricordare, fra ritualizzazione e attualità”

“Regolamentare per legge la ricostruzione del passato storico – ha esordito nel suo intervento il professor Pezzino, brillantemente presentato da Simone Galli – è stato utile e doveroso, ma necessita anche di riflessioni e di approfondimenti, perché quella legge stabilisce, ad esempio, che si devono ricordare lo sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani, militari e politici, deportati nei campi nazisti, tralasciando, però, Rom e Sinti, omosessuali, Testimoni di Geova, malati di mente, vittime anch’essi di persecuzione e sterminio”.

Giuste, quindi, le politiche della memoria, specialmente quella affidate ai testimoni, ma solo se poggiano su solide basi di conoscenza storica e di consapevolezza critica. Se, poi, si leggono amare constatazioni, come quelle della semiologa Valentina Pisanty e dello storico Alberto Cavaglion, sull’incapacità delle attività commemorative nel bloccare razzismo e intolleranza, che, anzi, negli ultimi 20 anni sono cresciuti, o sul fallimento dell’equazione “Per non dimenticare = mai più”, diventa spontaneo arrivare a proporre, come è stato fatto, una pausa di riflessione, bloccando i finanziamenti ai treni della memoria, per convogliarli nelle biblioteche scolastiche, e a porre la necessità di rivedere il modo di fare memoria, per non cadere nella ritualità, nell’assuefazione, nel rigetto. E, ancora, non far cadere nell’oblio i genicidi avvenuti in altre parti del nostro pianeta, compresi quelli culturali.

Il riferimento all’attualità
Il Museo di San Giovanni degli Agostiniani a Fivizzano
Il Museo di San Giovanni degli Agostiniani a Fivizzano

Pezzino si è soffermato anche sull’attualità, in particolare sulla “diffusione dei nazionalismi e sulle ideologie sovraniste generate dal timore della perdita di importanza dei singoli stati e del sorgere di regimi caratterizzati dalla chiusura verso l’esterno o dalla paura per il diverso. I flussi migratori vanno governati, ma non con la paura”. Sembra opportuno riferire anche quanto dichiarato, in una intervista recente, sulla situazione scolastica, che, per ragioni diverse (insegnamento della storia ridotto, tranne che nei licei, classe docente demotivata, insegnanti privi della stima di 40-50 anni fa) non è più nelle condizioni di rispondere all’esigenza di una formazione adeguata.

Riferendosi, ad esempio, agli studenti del “Parentucelli-Arzelà” di Sarzana, definito una bella realtà, ha sottolineato il fatto di aver trovato studenti attenti e curiosi, ma un po’ ignoranti su molti fatti storici, perciò scoperti e indifesi. Bene sarebbe se i giovani studenti accogliessero il consiglio rivolto loro, a Fivizzano, da De Paolis: “Impegnatevi a diventare uomini, non disumani. Non sprecate il vostro tempo”.

Andreino Fabiani