Il valore dell’interiorità per i nostri ragazzi

Il suicidio del quindicenne di Senigallia, a quanto pare vittima di bullismo da parte di ragazzi coetanei (in corso gli accertamenti della Procura marchigiana), richiama ogni adulto ad assumere le responsabilità educative per essere punti saldi di riferimento, di coriaceo supporto nel tortuoso viaggio adolescenziale dei nostri figli, nipoti, alunni.
Il bullismo, comportamento prevaricatore di natura fisica, verbale, psicologica, accompagnato da gesti aggressivi a danno di un soggetto più debole, è divenuto piaga purolenta. Il bullo trova la sua natura brutale, più congeniale, nelle dinamiche del branco.
Bullismo e ciberbullismo, sono squallide scorciatoie e nocivi surrogati per l’affermazione di sé. E il disumano prende il sopravvento sull’umano.
La morte del ragazzo si inserisce, purtroppo, in un contesto di violenza a larghissimo raggio. Un fenomeno dilagante che non conosce tregua, indipendente da età, latitudine e stati sociali. Omicidi, stragi famigliari, infanticidi, femminicidi… barbarie intollerabile per un Paese civile.
Pressante la domanda “Quanto, e come, educhiamo le giovani generazioni a “guardarsi dentro” per scoprire talenti da investire, sane ambizioni, progetti… ma anche debolezze, fragilità, ombre da fugare?”
I genitori hanno il dovere di aiutare i figli a prendere coscienza anche dei limiti e delle inevitabili difficoltà del vivere, senza paura di essere giudicati per i comportamenti esteriori, in base ai successi che corrono sui “social” che, sovente diventano “a-social”, se usati male.
Il virtuale, allora, si contrappone al reale, senza l’allenamento alle salite, agli scontri costruttivi, alle emozioni, all’empatia, alla compassione, alla solidarietà.
Anche la Scuola deve interrogarsi poiché l’educazione-formazione è lavoro indispensabile e prezioso con gli esseri umani, altrimenti resta mera didattica mirante all’apprendimento di tecniche, lungi dall’offrire competenze necessarie alla comprensione di sé e degli altri.
Per la crescita servono giusta severità, autorevolezza, passione, amore e “i no” motivati e spiegati come le “strigliate”, unitamente alla testimonianza dei valori che danno pienezza alla vita. Dono da tutelare e di cui non possiamo disporre a nostro piacimento buttandolo nelle corse sfrenate sull’asfalto, nelle droghe, nell’alcol, nell’illusione di paradisi artificiali. Il senso del nostro esistere non è la fuga dalla realtà.
A volte dura, difficile, persino dolorosa, pur sempre con le sue luci che dobbiamo alimentare, comprese quelle delle amicizie autentiche.
Gli amici veri non si trovano sul computer, neppure sul cellulare. Perché sono quelli che arrivano anche alle due di notte, dimenticando di “mettersi i calzini”, pur di asciugare una lacrima, donare un abbraccio e condividere silenzi.
Lo sviluppo e la cura dell’interiorità aiutano a scoprire il bene e il bello attorno a noi aprendo, in primis ai ragazzi, la porta della speranza, dei diritti e dei doveri. Per la costruzione di un futuro migliore. A partire dal rispetto della umana dignità.

Ivana Fornesi