
Una festa, piena di emozione e di nostalgia, con tanti giocatori che hanno fatto la storia della Pontremolese

Era certamente opportuno che al centro dell’attenzione della festa del calcio pontremolese celebrata nel pomeriggio dello scorso 29 giugno dovesse esserci l’interprete più longevo della nostra storia, ovvero Riccardo Capiferri che, in un numero imprecisato di stagioni, ai più diversi livelli, ma con la solita passione, ha vestito la maglia azzurra per qualcosa come 405 partite, esclusa ovviamente la stagione giovanile. Ma, il primo a capire di essere stato solo il momento scatenante dell’appuntamento che doveva assumere ben altri significati, è stato proprio lui e di questo si è fatto portavoce per dare alla giornata il senso che tutto hanno compreso: ovvero, una festa dal calcio pontremolese per come si è manifestato nel tempo, per rivivere una storia lunga ormai oltre cento anni, ma mai venuta meno nei suoi significati e, diciamolo, nei suoi interpreti, qualunque sia stata la loro partecipazione alla secolare vicenda. Ne è uscita una giornata stupenda, dove il momento agonistico è stato solo il modo per dare ancora un saggio di quanto coltivato nel tempo, espresso con la solita passione, il solito orgoglio, la solita voglia mai venuta meno, ma semplicemente accantonata in attesa che qualcosa o qualcuno ne provocasse la resurrezione, per essere ancora lì a calcare in qualche modo il tappeto verde e sentirsi ancora interprete di una parte importante, al di là del valore dell’impegno. Inutile fermarsi allora ad individuare le presenze perché ognuna meriterebbe a suo modo un racconto a parte, semmai godere l’esplosione di entusiasmo collettivo per gestire, senza farla trasparire troppo, l’emozione interiore che si leggeva sul volto di tutti, neppure smorzata dallo sforzo imperioso ma necessario per dimostrare di esserci ancora come un tempo, al di là delle stagioni accumulate.

Ed è così che ti chiedi, una volta di più, dopo avere riflettuto per anni sul valore di una pratica sportiva a suo modo assurda, ma così coinvolgente proprio perché fatto collettivo, come possa la palla di cuoio di ieri, oggi qualcosa di ben diverso, ma sempre tonda e rotolante, trasformarsi in un collante così potente da riuscire a tenere insieme generazioni, mentalità, gusti diversi, accomunati da una fede per qualcosa di impalpabile nei fatti, ma così concreto da farti palpitare anno dopo anno per il solito identico motivo, quello di tenere alta una bandiera che non ha mai smesso di sventolare anche nei momenti meno belli. Dietro ci sono appunto gli interpreti dell’ultimo incontro, testimoni del loro tempo, ma consapevolmente interpreti di una lezione senza tempo che qualcuno già chiede possa ripetersi perché l’emozione del ritorno possa rinnovarsi ed aumentare una passione da qualche tempo un po’ assopita, ma pronta ad esaltarsi di nuovo alla prima occasione. E siamo certi che avremo ancora l’opportunità di godere di nuovo di quanto ci è stato regalato, perché lo abbiamo letto negli occhi di tutti, soprattutto in quelli di Riccardo il cui ruolo di capitano storico oltre che storia vivente della Pontremoli calcistica nelle sue diverse manifestazioni non può certo interrompersi ma deve proseguire per tenere aperta una strada suo modo senza fine, ma che occorre continuare a percorrere perché la storia possa continuare. Come lo dice l’orgoglio con il quale il grande gruppo di partecipanti all’appuntamento ha voluto amalgamarsi per lasciare un ricordo indelebile, dove ognuno di voi andrà a cercare il volto cui fare riferimento per i propri ricordi, certo che da lì partirà quella nuova avventura che darà un senso al prossimo futuro per le attese di sempre! (lb)