Gli erbi, il paese, i mondi: un seminario a Fivizzano

Organizzato dall’Associazione “Terre dei Bianchi e dei Bosi” si è tenuto il 13 e 14 aprile

Foto Associazione Terre dei Bianchi e dei Bosi

Per due giorni a Fivizzano la natura è andata in scena; il 13 e 14 aprile si è svolto un seminario per ulteriori conoscenze e usi pratici delle erbe, di quelle con proprietà curative e i comuni “erbi”: in tutta la Lunigiana è invalso l’uso del vocabolo al maschile, ma non è da segnalare come errore di grammatica: si è sempre detto così per intendere le specie etnobotaniche commestibili e curative.
Per conoscerle e toccarle con mano Marco Pardini ha guidato una bella escursione nei dintorni di Fivizzano mentre faceva ammirare paesaggi, paesi, mondi abitati. La cronaca degli eventi procede dal centro storico, dove zampilla l’acqua della bella fontana medicea (dal 1478 Firenze governava il territorio di Fivizzano, lo ricorda una piazzetta col “marzocco”): di qui è partita un’altra escursione fino al monte Tergagliana, dalla vetta lo sguardo porta ad ampio raggio sulla catena delle Alpi Apuane e sui rilievi dentro il Parco Nazionale del tratto appenninico tosco-emiliano, con praterie ed estesi pendii erbosi dove predomina il paleo (in dialetto “palédar) classificato da Linneo per genere brachypodium e per specie pinnatum.

Foto Associazione Terre dei Bianchi e dei Bosi

Nel Museo di San Giovanni l’assessore comunale Francesca Nobili ha introdotto Marco Pardini, Francesca Malfanti e Giuliano Domenichelli che hanno illustrato l’erbario dei frati di Soliera, un prezioso tesoro settecentesco. Non è mancata l’occasione di visitare i palazzi di Fivizzano di elegante impronta fiorentina, le chiese, le piazze e le mura medicee.
La storia è richiamata da tante lapidi e dai “nomi di inciampo” incisi su un marciapiede per ricordare i tanti fivizzanesi illustri. Modi per usare le erbe come amiche del nostro benessere li hanno illustrati tre relazioni.
Per Elena Ambrosini la Lunigiana tutta potrebbe dirsi un’erboristeria a cielo aperto perché innumerevoli sono le piante officinali spontanee, alcune con doppia valenza terapeutica ed energetica, come il “fiore di Bach” che influisce sul piano emozionale dando armonia ed equilibrio. Francesca Malfanti con prova di laboratorio ha insegnato a fare un unguento lenitivo di disturbi epidermici. Erbe a sollievo delle fasi della fisiologia della donna le ha ricordate Patrizia Bernazzani.
er grandi e piccini uno spettacolo itinerante ha divertito riferendo storie di semi di lontana fortunosa provenienza che diventano nel tempo lungo alberi altissimi, uno è l’eucalipto (“ben nascosto” nell’etimo greco): chi non ha fatto inalazioni di eucaliptolo? I “miracoli” e i presunti buoni auspici procurati dalle erbe li ha sceneggiati con arguzia Marta Marguzzi.

Maria Luisa Simoncelli