
Nasceva un anno fa. Le impressioni del parroco moderatore don Graziano Galeotti. Iniziano a definirsi le linee di un percorso di condivisione che dimostrerà come l’unione possa davvero fare la forza

Un anno fa, domenica 22 gennaio, alla presenza del vescovo diocesano, mons. Mario Vaccari, nella nostra amata Concattedrale aveva luogo l’ingresso dei nuovi parroci di Pontremoli. Una celebrazione dal significato importante in quanto sanciva, a livello diocesano, l’avvio di un progetto di riassetto territoriale con la nascita delle Unità Pastorali. Nel primo anniversario di quel momento abbiamo incontrato il can. Graziano Galeotti, vicario foraneo e parroco moderatore di Pontremoli.
È stato un momento di confronto per comprendere le sue impressioni personali, di giudizio sul lavoro avviato e di interesse per gettare uno sguardo su quale sarà il futuro di Pontremoli e del territorio circostante.
Dopo l’iniziale titubanza ora c’è un sentimento di orgoglio per il percorso di condivisione in atto.
Serve ancora uno sforzo per superare le simpatie e antipatie, le divisioni e le eventuali ferite del passato.
Con l’inserimento di alcune parrocchie del territorio circostante sono saliti a cinque i sacerdoti dell’Unità Pastorale.

Don Graziano confida con soddisfazione come a Pontremoli abbia trovato un profondo senso di attaccamento alla Chiesa ed una buona frequenza alle celebrazioni domenicali e festive e quanto si sia trovato bene con tanti, dai bimbi agli anziani.
L’avvio dell’Unità Pastorale, che inizialmente per molti poteva sembrare un azzardo, si sta rivelando un successo con buona collaborazione tra i parroci e una serie di iniziative comuni.
L’iniziale titubanza, da parte dei fedeli, a partecipare alla vita non più solo della propria parrocchia ma di una comunità più ampia, è ora momento di orgoglio perché si iniziano a definire le linee di un percorso di condivisione che dimostrerà come l’unione possa davvero fare la forza.
Don Graziano sottolinea come ci debba essere “uno sforzo per superare le simpatie e le antipatie, le divisioni e le eventuali ferite del passato” per poter far sì che ci siano le condizioni per proseguire nel lavoro avviato.
Anche a livello pastorale è iniziato un percorso comune. Il primo passo è stato l’alternanza dei parroci a presiedere le celebrazioni domenicali per far sì che i fedeli comprendessero come uno solo è l’intento: vivere nel migliore dei modi come “unica comunità” poiché c’è in gioco la vita cristiana di Pontremoli.
Una buona iniziativa è stata celebrare un’unica liturgia, per tutta l’unità pastorale, del Mercoledì delle Ceneri. Di lì, alternandosi nelle parrocchie, sono proseguite una serie di altre iniziative quali gli incontri di Quaresima o, nel mese di maggio, la Recita del S. Rosario.
Un altro progetto che si riproporrà quest’anno, e di cui si era persa la tradizione, saranno le Statio Quaresimali (che avranno luogo durante le ore vespertine delle domeniche del tempo di Quaresima) con l’intento non solo di preparare i fedeli a vivere nel migliore dei modi la Quaresima e la successiva Pasqua ma anche di predisporre il clima giusto per accostarsi al Giubileo del 2025 che dovrebbe trovare compimento in Pontremoli con le solenni celebrazioni in onore del Cristo Nero (venerato nella parrocchia di San Nicolò) che avranno il loro culmine domenica 14 settembre 2025, festa dell’Esaltazione della Santa Croce.
Mentre nei primi tempi è stata la sola città di Pontremoli ad essere coinvolta nell’Unità Pastorale, negli ultimi mesi si è iniziato a guardare anche alle diverse frazioni.
Dall’autunno scorso infatti (con l’ingresso nell’unità anche di don Francesco Sordi) è iniziato un attento studio anzitutto sulle parrocchie che furono del can. Sergio Simoncelli e poi ad avviare un percorso di riordino anche per tutte le parrocchie degli altri paesi.
L’idea sarebbe quella di organizzare quanto prima il territorio suddividendolo in zone pastorali, più o meno omogenee. Di esse saranno titolari “in solidum” tutti i parroci dell’Unità Pastorale ma si tenderà ad affidare una zona pastorale ad ogni sacerdote.
In essa sarà garantita sicuramente una celebrazione domenicale e, dal momento che spesso le S. Messe sono frequentate da poche persone e i sacerdoti non hanno la possibilità di garantire celebrazioni ad ogni singola parrocchia (spesso montana), si dovrà avere un’idea di riordino generale.
In altri termini si proverà a chiedere alla nostra gente lo sforzo di guardare di più… al Campanone e un po’ di meno ai vari campanili. Un simile riordino anche se di diversa natura, in un futuro non lontano, potrebbe verificarsi anche a Pontremoli capoluogo: fondamentale sarà il coinvolgimento dei laici cui si chiederà un impegno personale.
A loro si chiederà una partecipazione più diretta alle celebrazioni (laddove saranno) coinvolgendoli, in via straordinaria e là dove ci fosse la necessità, in prima persona magari chiamandoli a guidare un piccolo momento di preghiera (ad esempio la recita del S. Rosario).
Idee diverse invece per le parrocchie oltre Appennino di Albareto, Buzzò e Gotra, dove fu parroco il compianto mons. Renato Fugaccia ed ora “legalmente” sotto la responsabilità del solo don Graziano. Questo in attesa che si chiarisca il loro futuro con il possibile passaggio sotto la diocesi di Piacenza-Bobbio.
Infine un’illustrazione su alcune belle realtà che si trovano nell’Unità Pastorale. In primis la Caritas che, con la “San Vincenzo” e i Cavalieri del Tau, si occupa del sostegno ai tanti bisognosi che abitano il nostro territorio (distribuendo soprattutto generi alimentari) e che a breve saranno chiamate a condividere un’unica sede: un Centro Caritas nel Seminario Vescovile.
Nell’ex convento dei Cappuccini è organizzato il servizio di accoglienza a gruppi e pellegrini; ci sono poi le Confraternite che prestano servizio durante le processioni cittadine garantendone la riuscita.
Come non spendere poi una parola per i ragazzi? Quelli di ieri (che sono ora pilastri delle parrocchie) e quelli di oggi, cui va il plauso e il più vivo ringraziamento da parte di don Graziano, che svolgono con impegno le attività di catechismo, dopocresima, campeggi e che in un futuro potrebbero collaborare ancora di più magari svolgendo un unico catechismo a livello cittadino.
La certezza è che i giovani non vadano coinvolti soltanto con la partecipazione alla S. Messa ma “così come sono” purché possano respirare aria di comunità. C’è poi il sogno di riuscire ad organizzare una pastorale per le famiglie, cercando figure giovani che possano portare una ventata di novità.
Fabio Venturini