Nostra intervista alla neopresidente diocesana di Azione Cattolica, Sabrina Castagnini.
Impegno nella Chiesa e dialogo con il territorio come elementi di un’associazione che vuole testimoniare la gioia della fede nel camminare assieme agli altri
L’impegno nella Chiesa diocesana e il dialogo con il territorio; il desiderio di testimoniare la gioia della fede camminando assieme agli altri: sono questi alcuni dei temi emersi dal colloquio con Sabrina Castagnini, fresca di nomina alla guida dell’Azione Cattolica diocesana.
All’inizio di un triennio associativo ricco di sollecitazioni, che vanno dal cammino sinodale al Giubileo, dalle esortazioni del Papa sul tema della pace e della conversione ecologica alla sfida delle unità pastorali a livello diocesano, la nuova presidente di AC ha ben chiaro lo stile con cui l’associazione dovrà affrontare i prossimi anni.
“Il primo concetto chiave – esordisce – è quello di “testimonianza gioiosa”: è lo stile con cui l’AC deve adempiere al suo compito, quello di annunciare il Vangelo agli uomini del proprio tempo, in ogni luogo e contesto”.
Come si raccorda questa testimonianza con il resto della Chiesa?
“Insieme con tutta la Chiesa siamo chiamati a partecipare all’unica missione di Cristo! Oggi c’è bisogno di essere testimoni della gioia e della speranza che Cristo Risorto ha donato a uomini, donne, giovani, bambini di ogni tempo e luogo. Da questo consegue un’altra caratteristica del nostro stile”.
Quale?
“Lo stile sinodale del ‘camminare insieme’. Perché come spesso ci ricorda Papa Francesco siamo tutti sulla stessa barca, tutti chiamati a remare insieme, perché nessuno si salva da solo”.
L’Azione Cattolica, per sua natura legata al vescovo e ai presbiteri, in Diocesi non ha mai fatto mancare il suo supporto alla vita della Chiesa. Che cosa può offrire oggi l’AC di Massa Carrara – Pontremoli alla comunità ecclesiale?
“L’Azione Cattolica è, secondo il suo Statuto “un’associazione di laici che si impegnano liberamente, in forma comunitaria e organica e in diretta collaborazione con la gerarchia, per la realizzazione del fine generale apostolico della Chiesa”. Parto da qui per dire che possiamo essere quegli occhi, mani, piedi, menti e cuori che portano la Chiesa nel mondo e il mondo nella Chiesa”.
E nello specifico dell’attuale vita diocesana questo come si manifesterà?
“Il Vescovo Mario ci chiede un impegno importante affinché la nostra Associazione si inserisca pienamente nei processi diocesani in corso, come il cammino sinodale e il percorso delle unità pastorali, privilegiando la dimensione del servizio alla Chiesa diocesana. In questi processi saremo presenti, attivi e propositivi”.
Il servizio alla Chiesa che il Vescovo vi chiede di privilegiare, è sempre andato di pari passo con un impegno missionario dell’AC nel territorio e nella società. In che modo si potrà concretizzare nei prossimi anni?
“Per non rimanere chiusi nei nostri recinti e nelle nostre chiese, c’è bisogno di lasciarsi interrogare dal territorio e dalla società civile, per rispondere al grido degli ultimi e dei poveri. Già negli anni passati abbiamo sperimentato come si possa collaborare in modo proficuo con altre realtà, ad esempio in occasione della Marcia interreligiosa della pace. Credere nella ricchezza del confronto e della collaborazione per costruire insieme ci permette di allargare il nostro sguardo. 18Il territorio della nostra Diocesi offre tanti stimoli, la nostra spinta missionaria ci fa sentire interpellati dalle molte realtà con le quali ci confrontiamo con lo sguardo illuminato dalla parola e dalla vita in Cristo”.
Il prossimo 25 aprile, nel contesto della sua assemblea nazionale, il “popolo” dell’Azione Cattolica Italiana tornerà a radunarsi in Piazza San Pietro assieme a Papa Francesco. Nel corso del pontificato il Santo Padre e i vescovi italiani ha manifestato una rinnovata attenzione all’AC. Come risponde l’Azione Cattolica Italiana a questa chiamata?
“In questi ultimi anni abbiamo ricevuto dai nostri Pastori parole che ci hanno stimolato, incoraggiato, spronato. Ricordo personalmente che Papa Francesco, lo scorso aprile, in occasione del pellegrinaggio di ringraziamento per la beatificazione di Armida Barelli, ci ha incoraggiati ad essere ‘laiche e laici con passione, appassionati del Vangelo e della vita, prendendosi cura della vita buona di tutti e costruendo percorsi di fraternità per dare anima a una società più giusta, più inclusiva, più solidale’. Penso che questo possa esprimere bene ciò che l’AC può offrire alla Chiesa ed è proprio questo che vogliamo essere oggi. Il 25 aprile saremo in Piazza San Pietro per esprimere ancora con forza il nostro ‘sì’ a questa missione”.
Davide Tondani