
Domenica 22 ottobre: la Giornata Missionaria Mondiale 2023
Domenica 22 ottobre nelle parrocchie verrà distribuita una bustina all’interno della quale ciascun fedele è invitato a lasciare la propria offerta in occasione della Giornata Missionaria Mondiale. Il gesto che sta dietro questa busta rappresenta uno dei segni che ci fa dire di essere una comunità di credenti che sta in relazione con altre comunità sparse in tutto il mondo.
Se fino a venti o trenta anni fa, parlando delle terre di missione, venivano in mente località lontane e forse irraggiungibili; nel mondo di oggi, dove le distanze sembrano assottigliate, anche grazie ai mezzi della comunicazione globale, l’occasione offerta dalla Giornata Missionaria Mondiale, ci da spunto per aprire gli occhi e le orecchie nei confronti di questi fratelli e sorelle che vivono l’esperienza di fede ad altre latitudini.
Non a caso, anche la Conferenza Episcopale Italiana, da alcuni hanno ha iniziato ad adottare una nuova denominazione più comunitaria, passando da quella di Ufficio Missionario a quella di Ufficio per la Cooperazione Missionaria tra le Chiese.
Come ogni anno dal 1926, quindi, la Chiesa universale celebra la Giornata Missionaria Mondiale, per ricordarci che l’unica missione del Signore, che ha comandato ai suoi discepoli di annunciare il Vangelo fino ai confini del mondo, passa anche da quella offerta, piccolo grande segno, che manifesta una unità di intenti, di un unico apostolato che si diffonde sul pianeta Terra.
Non solo. Il pensiero corre alle tante persone che hanno deciso di dedicare la propria vita a coloro che sono più lontani, forse, dal nostro modo e stile di vita, ma che ugualmente hanno la possibilità a ricevere il messaggio di pace e di bene del Vangelo.
Il pensiero corre ai nostri sacerdoti, religiose e religiosi, laici, che da poco o tanto tempo abitano le terre di missione, senza mai però perdere il contatto con la terra apuana che li segue e li sostiene.
Ecco allora p. Cirillo Marchi, frate cappuccino, originario del paese di Vinca, che opera nel piccolo villaggio di Bokaranga della Repubblica Centrafricana; p. Antonio Triani, sacerdote e medico nella missione cattolica St. Laurent di Bouar.
Nel medesimo paese africano, c’è poi la parrocchia di Maria Madre del Buon Consiglio a Wantiguera, gemellata con la diocesi apuana, dove le Suore del Lieto Messaggio di Pontremoli, svolgono un servizio instancabile dal 1993 e dove il compianto don Adriano Filippi spese le ultime energie della sua esistenza. “C’è molto da fare – ha dichiarato suor Liliana Gentile – soprattutto con le attività del dispensario, il laboratorio di analisi e la scuola, che offre il suo servizio a 400 bambini che ogni giorno raggiungono Wantiguera”.
E ancora Mauro Cavicchioli, volontario della Associazione “Papa Giovanni XXIII”, attualmente impegnato in Camerun nell’aiuto ai carcerati.
Sono solo alcuni e ce ne sono tanti altri, ma i missionari hanno da sempre un posto speciale, sono conosciuti nelle loro parrocchie di origine, li si sostiene economicamente per aiutarli a portare sviluppo umano, salute, opere realizzate per istruzione e miglioramento delle condizioni sociali, e tante altre necessità.
“L’urgenza dell’azione missionaria della Chiesa – ha scritto papa Francesco nel messaggio dedicato alla Giornata – comporta naturalmente una cooperazione missionaria sempre più stretta di tutti i suoi membri ad ogni livello. Questo è un obiettivo essenziale del percorso sinodale che la Chiesa sta compiendo con le parole-chiave comunione, partecipazione, missione”.
In quella busta che ci troveremo in mano durante le celebrazioni domenicali o in altre modalità di offerta, ricordiamo che ci sono dietro volti, storie, speranze, accomunate dalla sequela per il Maestro, come suggerisce il tema 2023: “Cuori ardenti, piedi in cammino”. (df)