
Questa la sensazione dai gestori degli ostelli lungo il percorso lunigianese.

Sarà l’effetto “lungo” del Covid, sarà il caldo, sarà una crisi temporanea e passeggera… quello che è certo, e che ci viene confermato dai gestori degli ostelli, è che dopo tanti anni di crescita di presenze, quasi in progressione geometrica, in questo periodo sono in calo il numero dei pellegrini che transitano in Lunigiana sulla via Francigena. Ci auguriamo sia solo una fase di stanca dopo la ripartenza, ma se nel periodo pre covid, anno 2019, si poteva stimare un passaggio tra i 3.500 e 5.000 pellegrini annui, quest’anno i numeri dovrebbero essere significativamente minori. Non facile fare una stima complessiva ma i numeri per il 2022 potrebbere essere tra i 2.000 e i 3.000. È chiaro che la “forchetta numerica” è necessariamente molto ampia visto che è una tipologia di passaggio non sempre facile da registrare o da differenziare dal “turista” semplice. Noi li abbiamo desunti dal confronto con alcune delle principali tappe di “appoggio” che si trovano lungo il percorso lunigianese dove i pellegrini possono trovare un po’ di sollievo dalle fatiche del viaggio. E soprattutto tastando il polso di chi conosce quotidianamente la situazione del passaggio dei pellegrini. Chiaramente sono numeri e sensazioni che, ce lo auguriamo, potranno poi essere stravolti dalle presenze nei restanti mesi dell’anno. Ma l’andamento, per il momento, è questo. Come ci sottolineano dall’ex Convento dei Cappuccini di Pontremoli, gestito da un gruppo di volontari, che con i suoi 80 posti letto offre un importante punto di appoggio. Attivo anche in pieno periodo di Covid (ad esclusione, ovviamente del lockdown più stretto) grazie all’offerta di stanze singole che permetteva l’isolamento. Non sono ancora stati fatti dei conteggi precisi ma la sensazione che i numeri siano in calo “sì e devo dire in maniera anche significativa”.

Senza dubbio su questo influisce il fatto che “mancando un punto di ristoro al Passo della Cisa in molti si fermino in strutture ricettive mentre scendono la Cisa e poi passano per Pontremoli senza ulteriori soste. E poi è molto cambiato l’approccio, ora c’è molto meno la figura del pellegrino con la P maiuscola. Infatti si cercano delle strutture con determinate caratteristiche, si vuole mangiare bene, visitare i borghi… insomma si vuole fare una vacanza in piena regola”. Per farla breve sono sempre di più quelli che approfittano della via Francigena come mezzo per fare il turista nei borghi storici rispetto a chi fa un viaggio devozionale. E ce lo confermano anche dall’Abbazia di San Caprasio di Aulla “sì, ormai si vive la Francigena, anche se ovviamente non mancano le eccezioni, come un modo di attraversare questo lembo d’Italia in maniera lenta che probabilmente garantisce anche una maggiore modo di godere delle bellezze di questo territorio”. E se a Pontremoli non c’erano numeri precisi invece ad Aulla si contano circa 700 presenze dalla riapertura avvenuta lo scorso 10 aprile mentre solitamente i numeri superavano ampiamente le mille unità. Chiaramente influisce l’apertura a primavera inoltrata (ma non più di tanto visto che comunque nei mesi invernali il flusso è minore) ma la sensazione di un calo ce la confermano anche ad Aulla “sì c’è una diminuzione rispetto agli anni passati”. Ma il Pellegrinaggio è cambiato anche dal punto di vista della modalità del viaggio “è cresciuta l’idea di fare il viaggio a tappe. Magari si fa il cammino per una settimana, poi si ritorna a casa. Dopo un certo periodo di tempo, magari sei mesi o un anno, si riparte dal punto in cui si era interrotto il cammino precedentemente”. Resta sempre invece variegata la presenza internazionale (anche se c’è un netto calo di americani) “ci sono persone di tutte le età e di tutte le nazionalità, veramente da ogni parte del mondo (nel nostro taccuino abbiamo segnato presenze da Honk Kong, Australia, Nuova Zelanda…). Forse i più presenti, dopo gli italiani, complessivamente sono i francesi”. L’uscita dalla Lunigiana del cammino della Francigena avviene con la tappa che porta i viandanti ad Avenza. Qui, alla parrocchia di San Pietro Apostolo, confermano un calo soprattutto nel pernottamento dei pellegrini, ma è una questione legata al fatto che, spiegano, sono sorti, lungo il tragitto vari punti di sosta e che quindi diventa quasi naturale che i pellegrini si ‘disperdano tra mille rivoli’. E poi c’è qualche viandante che “ si ferma prima dell’arrivo per poi sorpassare la nostra tappa e magari fare un salto direttamente al mare”. Quello che resta positivo è il livello di gradimento con quasi tutti i pellegrini che evidenziano la bellezza del territorio lunigianese che resta negli occhi e, ci auguriamo, anche nel cuore, dei pellegrini.
(Riccardo Sordi)