Bagnone: manca l’acqua, chiuso l’invaso di Marana

Sceso sotto i 6 metri “si rischia di pompare solo fango”

L'invaso della Marana a Bagnone
L’invaso della Marana a Bagnone

Di oltre 5.000 metri cubi d’acqua è rimasta ormai poco più di una pozzanghera. è questa la drammatica situazione dell’invaso di Marana, nel comune di Bagnone, sceso preoccupantemente ben al di sotto del livello di guardia come mai si era mai visto negli ultimi 50 anni. Una situazione drammatica che ha imposto la decisione di chiudere l’invaso che alimenta una parte significativa dell’impianto irriguo di Bagnone e Villafranca. Al momento il servizio sarà sospeso solo nella zona B, compresa tra le frazioni di Virgoletta e Mocrone Alto nel Comune di Villafranca, ma non è escluso che nei prossimi giorni lo stop possa interessare altri settori della rete. La siccità e la conseguente mancanza d’acqua sta infatti mettendo in crisi gran parte del sistema irriguo della Lunigiana, dove si registrano livelli minimi negli invasi e scarse portate di fiumi e torrenti. Quello di Bagnone – Villafranca è il primo impianto irriguo che viene fermato in Toscana a causa dell’emergenza idrica. Si è dovuto bloccare l’estrazione di acqua perché il livello è sotto 5,50 metri e la presa dell’acqua si trova a 6 metri, con il rischio che si cominci quindi a pompare fango. “L’invaso della Marana – afferma Ismaele Ridolfi, presidente del Consorzio 1 Toscana Nord che gestisce l’invaso – è irriconoscibile, ridotto ormai a una gigantesca pozzanghera piena di terra e fango. Il torrente Mangiola (da non confondersi con l’omonimo torrente del lato mulazzese, questo è un affluente del torrente Bagnone, che separa le frazioni di Mochignano e Collesino da Pastina n.d.r.) che normalmente alimenta il bacino di accumulo, è quasi sparito. Nei giorni scorsi – prosegue il presidente – abbiamo chiesto alla Cabina di regia per l’emergenza idrica di approvare gli interventi di risagomatura dell’invaso e di rimozione dei detriti che nel corso del tempo si sono depositati sul fondo, operazione che ci permetterebbe di aumentare i volumi complessivi e quindi la nostra capacità di stoccaggio della risorsa idrica. Ci auguriamo che dalla Regione Toscana arrivi l’ok a questa richiesta, così da poter aprire quanto prima il cantiere. È fondamentale – sottolinea Ridolfi – sfruttare questa situazione di invasi vuoti per poter procedere alla risagomatura e alla rimozione delle terre, facendoci trovare preparati quando arriveranno le prime piogge”.

Il sindaco di Bagnone Giovanni Guastalli
Il sindaco di Bagnone Giovanni Guastalli

“La situazione non è certo semplice – sottolinea il sindaco di Bagnone Giovanni Guastalli – molti torrenti sono ormai quasi senz’acqua come nel caso del Mangiola e questa ha poi effetti sugli impianti irrigui”. Crisi che, però, almeno per il momento, non dovrebbe toccare la regola fornitura di acqua potabile alla popolazione. “Per fortuna – rassicura il primo cittadino – in quest’ottica non abbiamo da segnalare delle criticità. Certo se continua a non piovere e a mantenersi queste temperature elevate il sistema idrico può andare in difficoltà. Specie pensando che è soprattutto nel mese di agosto che in tanti arrivano a Bagnone, tra turisti e chi ritorna per l’estate, aumentando anche il consumo di acqua potabile” Intanto il Consorzio 1 Toscana Nord nei giorni scorsi ha inviato alla Cabina di regia per l’emergenza idrica tre richieste che riguardano la Lunigiana. Oltre ai lavori di somma urgenza relativi all’invaso della Marana, stimati in 400 mila euro per sessanta giorni di lavoro, sono state richieste anche altre due autorizzazioni: una per la risagomatura dell’invaso di Arlia (300 mila euro) e un’altra per il miglioramento delle opere di captazione sul torrente Caprio in località La Rocca nel comune di Filattiera (100 mila euro).

(Riccardo Sordi)