
Sull’incendio del cosiddetto “ghetto” di Rignano Garganico sono state dette tutte le parole possibili, dalle più rispettose di una situazione di disagio che non fa certo onore ad un Paese civile, alle più irriguardose nei confronti di un fenomeno che alcuni pensano possa essere risolto con interventi di pubblica sicurezza.
Quel che è certo è che, quando accadono incidenti come questo, è difficile, se non impossibile, trovare chi si assuma la responsabilità del proliferare di baraccopoli vergognose. Ciò vale per l’Italia come per altri Paesi: le vicende di Calais sono lì a testimoniarlo.
Passata la situazione di emergenza, per far sì che tutto non venga dimenticato, può essere utile dar voce a chi ogni giorno si fa carico dei disagi dei migranti e non solo.
“Ci piange il cuore per queste morti: non deve accadere che chi è costretto a tenere a denti stretti la vita in quelle condizioni finisca per perderla”, ha dichiarato al Sir don Andrea Pupilla, direttore della Caritas diocesana di San Severo, che, in accordo con la Regione Puglia, sta accogliendo da qualche giorno 54 lavoratori migranti in una struttura gestita dalla Protezione civile.
Circa 200 lavoratori migranti hanno protestato davanti alla prefettura di Foggia, chiedendo al prefetto di aspettare fino all’estate per lo smantellamento del ghetto, in modo da poter lavorare. “Ma questa è una sconfitta per tutti, perché vuol dire che i caporali sono capaci di dare più lavoro rispetto alla società”, commenta don Andrea. “Inaccettabile”: è così che la Comunità di S. Egidio definisce l’incidente. L’associazione ricorda che “si tratta di lavoratori stagionali che contribuiscono al benessere della nostra economia attraverso la raccolta di prodotti d’eccellenza nelle nostre campagne”. Per questo chiede che il fenomeno sia gestito “con umanità offrendo ai lavoratori strutture di accoglienza temporanea all’altezza della civiltà che l’Italia può e deve esprimere”.
Infine la superiora generale delle Scalabriniane, Congregazione che sin dalla sua fondazione si occupa di sostegno ai migranti, si è detta convinta che “è con l’integrazione e con una politica capace di andare oltre, agendo sulle cause, che si aiuta chi viene in un altro Paese alla ricerca di un futuro migliore”.
Antonio Ricci