Calcio: riparte solo l’Eccellenza. Stop per tutti gli altri tornei, compresi i giovanili

La decisione, sicuramente sofferta, è molto articolata e prevede per l’Eccellenza il blocco delle retrocessioni e la possibilità per chi lo vuole di non riprendere l’attività in questa stagione, con la perdita però del diritto di ripescaggio per le due prossime stagioni. Il quadro globale è ancora tutto da definire, ma si ripartirebbe il prossimo 3 aprile, con molte defezioni che porterebbero a dovere organizzare tornei finalizzati solo alla individuazione delle aventi diritto alla promozione.

La rosa e lo staff della Pontremolese
La rosa e lo staff della Pontremolese

Finalmente, dopo tanta attesa, si è riaperto uno spiraglio. La settimana scorsa, anche se non ha sorpresa, sono state prese a livello centrale alcune decisioni importanti che porteranno alla ripresa dell’attività calcistica almeno per i tornei di Eccellenza che è stata riconosciuta “di interesse nazionale” in quanto collegata alle vicende in atto nei tornei di Serie D. Ovviamente, il problema non comporta soltanto la presa d’atto di situazioni in divenire delle quali occorre tenere assolutamente conto, come quelle appunto collegate alle vicende del calcio professionistico, quanto piuttosto alle implicanze che la ripresa dell’attività calcistica a livello dilettantistico viene a comportare in un quadro sanitario nazionale come quello che stiamo vivendo. I problemi, infatti, restano enormi, per cui le decisioni più importanti sono state assunte per stimolare comunque la ripresa anche se non sono ancora state fissate regole comuni per lo svolgimento effettivo della attività. Nel contempo, è stato deciso che mentre i tornei minori, dalla Promozione alla Terza Categoria e tutti i tornei giovanili, sono sospesi senza effetti diretti, ma con il semplice mantenimento dello status quo, fatte salve le possibili variabili che potessero intervenire nel frattempo a livello locale, rinviando quindi la ripresa effettiva alla prossima stagione, i tornei di Eccellenza a livello nazionale dovrebbero riprendere tra il 3 e l’11 aprile prossimicon meccanismi operativi tutti da definire per motivi evidenti. È stato stabilito, infatti, il blocco delle retrocessioni, ma nel contempo è stata lasciata facoltà alle diverse società di riprendere o meno l’attività, con alcuni vincoli purtroppo inibenti come il pagamento della quota di iscrizione anche in caso di abbandono e la perdita del diritto di ripescaggio per le prossime due stagioni. Un quadro pesante, specie quello di natura economica, che è stato invece eliminato per i tornei minori, perché tante società hanno visto svanire i riferimenti naturali dello loro capacità contrattuale in quanto hanno perso i cespiti legati ad incassi ed abbonamenti, ma soprattutto il sostanzioso apporto degli sponsor e per molte le questioni economiche interne sono legate alle tipologia dei contratti, quindi sicuramente non indolori. Resta il fatto che, comunque, le defezioni sono state significative e per quanto riguarda la Toscana si parla di qualcosa come 15 società decise a non riprendere, ma non solo per questioni economiche, ma soprattutto per questioni di sicurezza per ui andrebbe alla organizzazione di due tornei do 10 e 11 squadre per assegnare le due promozioni alla D riservate alla Toscana.

Il campo di allenamento della Pontremolese
Il campo di allenamento della Pontremolese

E’ risaputo, però, che, a tutt’oggi, la ripresa degli allenamenti collettivi non è ancora stata autorizzata e neppure l’utilizzo degli spogliatoi nonostante gli interventi in messa di sicurezza eventualmente effettuati dalle singole società sulle loro strutture. Inoltre, come nel calcio professionistico, è prevista un’azione di verifica costante dello stato di salute di atleti e personale addetto da effettuare con una costanza che in diventa proibitiva non solo in termini economici, ma anche nella considerazione che ci troviamo di fronte ad operatori del settore che svolgono usualmente altre attività lavorative con tutti i riflessi sui tempi e i modi collegati alla partecipazione all’attività sportiva secondo le regole annunciate. In concreto, anche se si va ventilando la prospettiva che a livello governativo si intervenga con adeguati ristori per sostenere le società per affrontare le spese non indifferenti per un’azione sanitaria adeguata alla bisogna, le riserve espresse in diversi ambienti della Lega dilettanti sono molto significative al punto che alcuni direttivi regionali hanno già preannunciato la rinuncia totale. Un’analisi la nostra, di necessità, assolutamente limitata, tanti sono gli aspetti sottintesi alla vicenda soprattutto in merito alle sfaccettature che essa sta assumendo nelle diverse realtà. Per quanto riguarda la situazione toscana, al momento, almeno per i girone che ci interessa è data per certa la rinuncia di Castelnuovo Garfagnana, Prato 2000, Camaiore, Montecatini Valdinievole, River Pieve ma, soprattutto della Pontremolese, che tramite il suo presidente Presidente Piergiorgio Aprili ha espresso per lettera, pubblicata sul sito della Società, le motivazioni della scelta: “Negli scorsi giorni la FIGC ha ritenuto di equiparare il campionato di Eccellenza come torneo di interesse nazionale. E’ partito dunque un iter che ha portato il Comitato Regionale Toscano a comunicare alle società modi, tempi e regole con cui poter accedere a questa ripartenza. Il tutto è avvenuto in modo rapido e nella serata di ieri sera (08.03 ndr), in videoconferenza, il Presidente Mangini ha dovuto, per forza di cose, stante i tempi stretti, chiedere una posizione ufficiale alle varie società sulla volontà o meno di riprendere il campionato. In tutti noi c’è la voglia, prima di tutto di tornare ad una vita normale, e poi di poter riprendere finalmente anche con la nostra passione più grande. Alcuni “paletti” messi dalla federazione sono stati importanti ed hanno certamente aiutato nella scelta: il blocco delle retrocessioni, la possibilità di non ripartire mantenendo il titolo e la categoria.

Giuseppe Zuccarelli, l'allenatore della Pontremolese
Giuseppe Zuccarelli, l’allenatore della Pontremolese

Ci sono aspetti molto importanti che però purtroppo pongono molti e pesanti interrogativi, come i costi e la gestione dei tamponi e quelli di un protocollo che potrebbe essere troppo stringente per un mondo fatto soprattutto di calciatori e dirigenti che studiano e lavorano. Oltre a questi aspetti, stiamo vivendo un’altra fase delicata della pandemia; il virus è tornato con forza, il governo è vicino ad altre restrizioni generali più forti e vincolanti. Davvero non un buon momento per una ripartenza dell’attività con un livello di sicurezza adeguato. Per quanto riguarda la nostra società purtroppo ad oggi non ci sono le condizioni per aderire a questa ripartenza, che rappresenta un vero salto nel buio, con aspetti economici, organizzativi e di rischi sanitari davvero molto difficili da gestire. Quindi a malincuore dobbiamo fermarci, il senso di responsabilità deve prevalere sulla passione, che pur è forte e che davvero speriamo presto di poter ricominciare a coltivare. Ma non è questo il momento. La Pontremolese va avanti, a testa alta, con ambizioni importanti e con il rispetto delle regole e dei propri tesserati. Quando la situazione migliorerà e lo permetterà ci faremo trovare pronti per riportare al campo i nostri ragazzi e riprendere un cammino fatto di passione, amicizia e condivisione di valori importanti. Grazie a tutti”. Crediamo che le motivazioni addotte da Aprili non necessitino di commento e siano, almeno per parte nostra, completamente condivisibili, anche se resta l’amaro in bocca di una rinuncia che interrompe un’azione sociale di grande importanza per un territorio come il nostro che allo sport continua a guardare come momento di identità e di aggregazione. Ma siamo certi che nulla manchi perché si possa guardare al futuro con la dovuta serenità perché il momento, certo, è duro ma lentamente stiamo imboccando la strada per uscire dal dramma per ritrovare la vita di sempre e coltivare quelle passioni che sono a loro modo una necessità per vivere in maniera spontanea e libera, continuando a sognare al di là di tutto.

Luciano Bertocchi