Abbé Pierre: sacerdote, partigiano, deputato, amico dei dimenticati

Henri Antoine Grouvés (1912 – 2007), a dieci anni dalla morte

Abbé PierreHenri Antoine Grouvés nasce a Lione il 5 agosto 1912, quinto degli otto figli di una agiata famiglia che commerciava nella seta. Sedicenne, in una visita ad Assisi – ed in particolare all’Eremo delle Carceri – sente il desiderio di partecipare alla vita dei seguaci di San Francesco.
A 19 anni, dopo aver distribuito ai poveri la sua parte di eredità, entra in monastero di clausura ove, per sette anni, studia filosofia e teologia. Sotto la guida di De Lubac, uno dei fari del Concilio Ecumenico Vaticano II, diviene sacerdote, prende i voti e assume il nome di Filippo. Problemi polmonari lo allontanano dal convento. Viene nominato vicario della cattedrale di Grenoble.
Con l’inizio della seconda guerra mondiale è particolarmente attivo. In tutti i modi cerca di salvare vite di ebrei e di polacchi. Consegna loro documenti falsi e poi li accompagna, improvvisandosi guida alpina, sui sentieri che conducono in Spagna ed in Svizzera.
Nel 1943 è partigiano ed organizza l’Armata di Vercors, che poi sarà fondamentale per la liberazione della Francia. Ricercato dalla Gestapo per la stampa de “L’Union patriotique indépendante” e dei documenti falsi viene catturato. Fugge e ripara in nord Africa da dove invia messaggi radiofonici e, per evitare drammatiche ripercussioni sulla sua famiglia, si presenta con lo pseudonimo di Abbé Pierre, che gli rimarrà per sempre.
Terminato il conflitto mondiale, sollecitato da De Gaulle e con l’approvazione dell’Arcivescovo di Parigi partecipa alle assemblee costituenti del 1945 e del 1946.
Cerca in tutti i modi di allacciare ponti a livelli alti coinvolgendo filosofi (Teilhard de Chardin), scrittori (Albert, Camus, André Gide), scienziati (Albert Einstein) con i quali propone la costituzione di un movimento pacifista e l’attuazione del disarmo nucleare mondiale.
Eletto in parlamento si prodiga per il disarmo nucleare e, nel ’49, presenta un disegno di legge per il riconoscimento dell’obiezione di coscienza. Nel 1950 dà le dimissioni perché in contrasto con il suo partito nel valutare sia la legge elettorale, sia gli effetti derivanti dall’uccisione di un manifestante contro la miseria e la guerra di Indocina.

A Parigi fondò il “Movimento Emmaus”

La prima Comunità Emmaus nasce anche grazie a Georges, un parricida che, uscito dal carcere, viene rifiutato da tutti. L’incontro con l’Abbé Pierre avviene proprio nel periodo in cui sta decidendo di togliersi la vita. Il religioso non ha altro da offrigli che la proposta di cambiare vita. Non più disperarsi per sé, ma occuparsi degli altri.
Grazie all’indennizzo da parlamentare del ’51 viene acquistato uno stabile diroccato. Il religioso ed il pregiudicato sono impegnati a farne una casa abitabile. Nel 1954 quel tetto diviene indispensabile per salvare alcuni clochards dal gelo, e offre anche interessanti spunti di riflessione.
Nasce piano piano, l’idea di riparare le abitazioni danneggiate dalla guerra nelle quali ospitare i bisognosi e proporre loro lo stesso cambio di mentalità accolto da Georges. Si costituisco anche gruppi esterni di lavoro estivo cui partecipano moltissimi studenti. Prende il via anche l’idea di andare a ripulire, con il consenso dei proprietari, le casa dalle cose inutili: l’inutile dei ricchi che si trasforma in indispensabile per i poveri. Il successo è immediato ed ha un riscontro economico che permette di moltiplicare velocemente l’esperienza in tutto il mondo, sollevando decine di migliaia di persone dall’indigenza, dalla mancanza di un tetto e di un lavoro. Ancor oggi, con numeri più esigui, si svolge l’attività delle “Comunità di Emmaus” anche in Italia.
A modello della “Comunità di Emmaus”, nel nostro territorio, sul finire degli anni sessanta, ha operato “Presenza cristiana”. Sono state ripulite molte cantine da ferri, stracci e cose inutili; quanto raccolto è stato organizzato e venduto. Il ricavato è andato al nostro missionario Padre Daniele (cappuccino come l’Abbé).

Importante, per lui che ha incontrato re, primi ministri, scienziati e santi, è l’incontro con Georges: omicida, forzato ed aspirante suicida. L’Abbé gli dice di non poterlo aiutare economicamente ma gli propone di rivoluzionare la vita, abbandonare gli egoismi per impegnarsi per gli altri. Sarà il primo abitante della grande casa diroccata che l’Abbé Pierre acquisterà, di li a poco, con l’indennizzo di parlamentare e che avrebbe dovuto divenire luogo di incontro e di preghiera.
Ma, nel 1954, un inverno rigidissimo mette a dura prova tutti i clochards francesi. La casa si riempie rapidamente e un appello radiofonico attiva una incredibile solidarietà in tutta la Francia.
Questa esperienza è il seme per la nascita del “movimento Emmaus”.
L’amore che l’Abbé Perre ha avuto per ciò che ha ritenuto vero e giusto lo ha spinto a divergenze con papa Giovanni Paolo II e con Benedetto XVI per quanto riguarda il sacerdozio sia delle donne che dei coniugati. Era anche in disaccordo sui metodi per affrontare la grave epidemia dell’aids in Africa.
Non è mai stato personaggio né comodo né accondiscendente per la gerarchia ecclesiale, tuttavia ha pubblicamente dichiarato che chi offende la sua madre Chiesa, offende lui nel profondo.
Dieci anni fa, numerosissime persone hanno accompagnato le spoglie dell’Abbé Pierre in un abbraccio che comprendeva le persone più semplici e le isituzioni.