I bisogni e le fragilità degli adolescenti

31fumo_giovaniFlavio e Gianluca, due nomi che sono prepotentemente rimbalzati sui media, due ragazzi, adolescenti, uccisi (forse) dal metadone. Una tragedia che colpisce naturalmente chi era loro più vicino: i familiari, gli amici. Al loro dolore ci uniamo, con rispetto. La morte dei due ragazzi, come sottolineato da più persone a Terni – la città di Flavio e Gianluca – riguarda però non solo la cerchia “vicina”, ma un po’ tutti.
“Se avvengono queste tragedie – ha commentato tra gli altri il tenente colonnello Stefano Verlengia, a capo del Reparto operativo del comando provinciale dei carabinieri della città umbra – significa che qualcosa è stato sbagliato, che abbiamo fallito nel non parlare attentamente con i ragazzi e che, noi tutti, non siamo riusciti a trasmettergli la percezione dei rischi che corrono con l’assunzione di droga”.
Una tragedia come questa chiama in causa l’intera comunità e dovrebbe far riflettere una volta di più su bisogni e fragilità di una fascia d’età, quella dell’adolescenza, per se stessa problematica, capace di confondere e disorientare soprattutto gli adulti, talvolta del tutto incapaci di affrontare i cambiamenti e le dinamiche dei ragazzi che crescono.
Non stupisce che siano i genitori, nell’immenso dolore che li travolge, ad essere i primi a rimanere spiazzati, a cogliere all’improvviso una realtà che mai avrebbero potuto immaginare per i loro ragazzi. I genitori vedono i cambiamenti, percepiscono i turbamenti dei figli che crescono, ma da soli con fatica riescono a trovare il bandolo della matassa.
I “mondi” dei nostri ragazzi si aprono misteriosi dietro le facciate dei campi di calcio, degli incontri festosi con gli amici o delle chat sul web e delle silenziose, solitarie stanze in cui così spesso gli adolescenti si rinchiudono, davanti a un pc o a uno smartphone. Mondi nei quali si ritrova spesso il filo rosso di una insoddisfazione e di una solitudine che cercano soluzione.
Per fortuna non ci sono solo tragedie a segnare la strada degli adolescenti. Ma certo gli adulti, cui i più giovani chiedono talvolta aiuto (nei modi più vari) devono interrogarsi su cosa e come fare a indirizzare, sostenere, guidare un cammino che pure in gran parte li tiene lontani.
E qui la riflessione si sposta sul mondo della scuola, luogo per eccellenza dei ragazzi, dove essi incontrano quegli adulti che li possono accompagnare nell’attraversamento del guado dell’età. In questo tempo ai ragazzi è venuto a mancare il terreno più favorevole su cui camminare.
Forse non ci siamo resi conto del tutto di quanto siano state colpite le giovani generazioni dal “mostro” del lockdown. E di quanto sia importante l’impegno per riproporre l’avvio di una scuola serena ed efficiente per ricominciare a guardare avanti, ricostruire fiducia, continuare a tessere quel patto continuo tra generazioni che tante volte non può evitare le tragedie, ma aiuta ad attraversarle.

A. C. – Agensir