Raccontare la verità. Saggio sulla poesia di David Maria Turoldo
Tuorlo
David Maria Turoldo (1916 – 1992)

Gabriel Del Sarto, nato a Ronchi (Massa) nel 1972 non è nuovo alle pubblicazioni. Ha dato, infatti, alla stampa varie raccolte poetiche con successo. Con lo stesso successo è pure autore di saggi sull’uso della narrazione, nelle pratiche di formazione, fra cui “Raccontare storie”. Chi ha avuto la fortuna di crescere accanto ai nonni conosce l’importanza del narrare che include ascolto liberando le ali della fantasia e della creatività. Del Sarto è tornato in libreria con “Raccontare la verità. Saggio sulla poesia di David Maria Turoldo”.
Un nome familiare a tutti poiché ciascuno di noi, o quasi, ha alquanto apprezzato il frate friulano dei Servi di Maria. Una vita intensa comprendente collaborazioni a giornali, riviste, televisione con un notevole numero di opere saggistiche, teatrali e poetiche. Soprattutto sotto questo ultimo aspetto la sua figura si segnala come un vertice imprescindibile. La sua voce ha accompagnato, a mo’ di coscienza critico-profetica, le vicende politico-sociali del nostro Paese.
Del Sarto, dopo aver scoperto Turoldo fra gli scaffali di una libreria di Pisa, città in cui frequentava l’Università, sfogliando “Mie notti con Qohelet”, pubblicazione uscita subito dopo la morte di Turoldo, avvenuta a Milano il 6 febbraio del 1992, ha deciso di rileggere, in modo approfondito la ricca, variegata produzione del teologo antifascista, al secolo Giuseppe Turoldo, con agganci a tre libri della Bibbia: Giobbe, Il Cantico dei Cantici e Giona. Padre David non fa distinzione fra credenti e non. Scrive per l’uomo. Sempre disposto a correre per gli altri, incapace di condizionare il suo aiuto a delle risposte obbligate e del tutto non attinenti. È l’anima, che nei momenti di maggior disperazione, leva la sua voce su quella degli altri non per convertire la gente, né per modificare le abitudini.
Non era questo il suo compito e neppure il suo intendimento. A lui spettava il canto di grande pietà, di straordinaria comunione umana. Per questo continueremo a trovarcelo sempre davanti, nel ruolo di fratello più che di maestro. Non c’è dubbio che Turoldo, come afferma Del Sarto, ha attualizzato la Parola di Dio facendola entrare in dialogo con il presente e gli accadimenti del presente. Mette perfettamente in relazione la cronaca con la Bibbia, mescolando con intelligenza e fede, i versi personali con quelli della Sacra Scrittura facendoli suoi e donandoli soprattutto ai “dubitativi” perché non può esistere fede senza il dubbio. Non c’è manciata di fango o di polvere che, una volta raccolta, non trovi, grazie alla sua poesia, la trasfigurazione e la salvezza per cui, nella famiglia dei preti, rimane un “unicum”.
La vita che avrebbe potuto passare in tranquillità, nella pace e nel silenzio del convento di S. Carlo, a Milano, lo ha portato a camminare per la strada e a fare della Resistenza un momento di comunione e di carità librando il “suo” canto di gioia o di disperazione, ma sempre e comunque un modo di ringraziare il Cristo. Nelle ultime pagine di Gabriel Del Sarto c’è la sottolineatura dell’amore. La forza che fa girare il mondo, la strada per evitare che tutto vada in frantumi, l’ardore che ha fatto scrivere al Sommo Poeta “L’amor che move il sole e l’altre stelle” (Paradiso, XXXIII, v. 145).

Ivana Fornesi