Il card. Pell prosciolto da ogni accusa

Accusato di pedofilia, uscirà dal carcere dopo 400 giorni di detenzione

15card_PellIl cardinale australiano George Pell, già condannato in secondo grado a 6 anni e rinchiuso in carcere per pedofilia, è stato prosciolto martedì scorso da ogni accusa dall’Alta corte, l’organo di giudizio finale in Australia e sta per essere rimesso in libertà. Pell era stato dichiarato colpevole di aver abusato sessualmente di due coristi di 13 anni, nel 1996, nella sacrestia della cattedrale di Melbourne, quando era arcivescovo della diocesi.
La sentenza del tribunale è stata annunciata in un’aula di tribunale quasi vuota, a Brisbane, a causa delle restrizioni previste per il Covid-19. “Mi sono sempre dichiarato innocente ed ho sofferto per aver subito una grave ingiustizia”. Si apre con queste parole la lunga dichiarazione del cardinale, resa nota subito dopo il proscioglimento da ogni accusa.
“Non vedo l’ora di leggere la sentenza e le ragioni della decisione nel dettaglio”, scrive ancora. “Non provo però nessun risentimento verso chi mi ha accusato né credo sia stato mosso da cattiva volontà; non voglio che la mia assoluzione aggiunga dolore alla ferita e all’amarezza che molti provano; c’è abbastanza sofferenza e abbastanza amarezza. Il mio processo non è stato un referendum sulla Chiesa cattolica; né un referendum su come le autorità della Chiesa in Australia hanno affrontato il crimine di pedofilia… Il punto era se avevo commesso o no questi terribili crimini e io non li ho commessi”.
Nel comunicato, Pell ringrazia tutti coloro che in questo periodo hanno pregato per lui e lo hanno sostenuto anche attraverso le migliaia di lettere che gli sono arrivate. “Voglio ringraziare in particolare la mia famiglia per il loro amore e supporto e per ciò che hanno dovuto vivere”. I ringraziamenti si estendono quindi alla sua piccola squadra di consulenti, amici e soprattutto al team legale per “la ferma determinazione a far prevalere la giustizia, far luce sull’oscurità prefabbricata e a rivelare la verità”. Immediate le reazioni anche da parte dei vescovi australiani.
L’arcivescovo di Brisbane, mons. Mark Coleridge, presidente della Conferenza episcopale australiana, ha tenuto subito a precisare che la sentenza emessa dall’Alta Corte “non cambia il costante impegno della Chiesa volto ad assicurare la sicurezza dei bambini e a dare una giusta e compassionevole risposta ai sopravvissuti e alle vittime di abusi sessuali su minori”. L’arcivescovo di Sidney, mons. Anthony Fisher, accogliendo con favore il proscioglimento del cardinale, si dice convinto che “è solo attraverso un’azione meticolosa che cerca giustizia per tutti i sopravvissuti all’abuso sessuale di minori e solo attraverso la messa in pratica di migliori pratiche di salvaguardia di tutte le persone vulnerabili che la guarigione può avvenire e la fiducia può essere ripristinata”.