Un impegno “di squadra” per promuovere i borghi della Lunigiana

La voce di chi ha scommesso sulle possibilità turistiche del nostro territorio. Intervista a Mirko Gagliano, gestore della “Osteria Mezzacollina” vincitore del primo premio nella “Disfida del Testarolo” di “Vetrina Toscana”

La premiazione di Mirko Gagliano (al centro) per aver conseguito il primo premio nella Disfida del Testarolo di “Vetrina Toscana”
La premiazione di Mirko Gagliano (al centro) per aver conseguito il primo premio nella Disfida del Testarolo di “Vetrina Toscana”

Incuriosito da una ricerca di Riccardo Boggi sulla venuta dei nobili Brignole-Sale, in Lunigiana nel XVII secolo con un vero investimento “da rischio d’impresa”, ho fatto un’escursione a Groppoli in località Gavedo. Di fronte al parcheggio si erge un muro possente, sopra il quale si possono osservare dei ruderi maestosi e, a fianco, una struttura restaura in modo accurato e rispettoso dell’antico edificio, sul cui ingresso appare la scritta “Villa Brignole”. Tutto è affascinante: la chiesa in mezzo agli alberi, il castello, le mura, il bosco, il silenzio e diventa difficile immaginare l’operosità che ha creato strutture cosi imponenti, ora in gran parte cadute in oblio come in tutta la Lungiana. A pochi metri di distanza noto la scritta “Osteria Mezzacollina”: entro e incontro Mirko Gagliano. Ci presentiamo e, alla mia richiesta di qualche informazione sulla sua attività, vengo a sapere che al Castello dell’Aquila di Gragnola gli è stato assegnato il primo premio nella Disfida del Testarolo di “Vetrina Toscana” (nella foto la premiazione, Gagliano è il secondo da sinistra).

Che significato ha avuto per lei questa onorificenza?
Una sorpresa e una grande soddisfazione. È un incoraggiamento a continuare a conservare negli innumerevoli borghi della Lunigiana le tradizioni e le attività che stanno passando un periodo veramente difficile.
Tramite quali studi e esperienze ha maturato la sua abilità nel preparare il testarolo?
Tutto ciò che è fatto in testo, da sempre usato dai contadini e pastori, si può chiamare testarolo. Ma la ricetta vincente è nata dalla ricerca sulle tradizioni locali, che contengo un tesoro di segreti culinari e di cultura, che differenziano il testarolo dei produttori di Pontremoli e Mulazzo da tutti quelli che cercano di imitarli.
Come è nata la sua passione per la cucina?
Sono un “oste”, ma sono curioso e appassionato di tutto ciò che riguarda i fornelli perché sono un campo ideale dove scoprire, sperimentare e imparare usanze nella coltivazione dei campi, nell’allevamento del bestiame, nei costumi, nelle tradizioni religiose e civili, che da sempre si concretizzano nel cibo.
La vedo pieno di entusiasmo, ma alcune sue espressioni sono un po’ amare. A chi vorrebbe rivolgere un appello per creare tra le aziende e le istituzione un maggior raccordo promozionale?
Bella domanda! L’amarezza deriva proprio dalla constatazione che, fra gli operatori del settore, non è ancora maturata una consapevolezza della necessità di “fare squadra” e collaborare e, d’altro canto, le istituzioni sono per lo più “distratte”. Da anni chiedo che si porti nei borghi, raggiunti da decenni dalle linee telefoniche, l’ADSL: basterebbe poco. Inoltre le amministrazioni e i vari operatori dovrebbero confrontarsi e rendere il turismo una vera industria; il che si può fare rivolgendosi ad esperti del settore come i tour operator creando un flusso volto a far conoscere in modo sistematico e continuativo la Lunigiana, esaltandone la ricchezza storica, culturale, gastronomica e di buona accoglienza con prezzi veramente concorrenziali.

Corrado Leoni