Un lunigianese tra i ricercatori che hanno scoperto il metodo per allungare la vita degli alimenti

Si tratta di Luca Calani originario di Gabbiana di Bagnone, che fa parte del gruppo di ricerca multidisciplinare del Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco dell’Università di Parma

Il gruppo di ricercatori dell'Università di Parma che ha scoperto il metodo per allungare la vita degli alimenti. Tra loro il lunigianese Luca Calani.
Il gruppo di ricercatori dell’Università di Parma che ha scoperto il metodo per allungare la vita degli alimenti. Tra loro il lunigianese Luca Calani

C’è anche un lunigianese, Luca Calani, originario di Gabbiana di Bagnone, nel gruppo di ricerca multidisciplinare del Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco dell’Università di Parma che ha deposito un nuovo brevetto di ricerca per invenzione industriale intitolato proprio “Produzione di antimicrobici da scarti vegetali”. Di cosa si tratta? In pratica è un estratto antibatterico, ottenuto partendo da sottoprodotti della filiera ortofrutticola, per aumentare la data di scadenza degli alimenti. È il traguardo cui è giunto il gruppo di ricerca che ha potuto contare sul supporto dell’Ateneo. Gli inventori del brevetto (oltre al “nostro” Calani sono Camilla Lazzi, Valentina Bernini, Erasmo Neviani, Gianni Galaverna, Martina Cirlini, Annalisa Ricci, Antonietta Maoloni, e Silvia Zanetti) hanno sviluppato un processo che si basa sulla fermentazione di sottoprodotti della lavorazione di pomodoro, melone e carota, ottenendo poi un estratto attivo che ha mostrato in vitro e in situ (in alimenti) una rilevante attività antibatterica nei confronti dei più comuni patogeni alimentari, quali Listeria monocytogenes, Staphylococcusaureus, Escherichia coli, Bacilluscereus, Salmonella, e nei confronti di microflore alterative. Il nuovo prodotto, che non contiene molecole di sintesi, potrà trovare impiego come ingrediente per aumentare la shelf-life (“vita di scaffale”) degli alimenti. Il traguardo è stato raggiunto anche grazie al sostegno della Fondazione Cariparma: un finanziamento erogato nell’ambito della sessione speciale 2017, infatti, ha permesso di porre le basi del nuovo filone di ricerca, che nel corso di due anni ha portato al deposito del brevetto.