
Presentato il restauro della “Madonna col Bambino e Santi” di Baccio Ciarpi

Sabato 19 gennaio, nel Museo di San Giovanni degli Agostiniani a Fivizzano, è stata inaugurata l’opera di Baccio Ciarpi nota come “Il dipinto parlante” o “Madonna col Bambino e Santi”, restaurata grazie al progetto selezionato dal bando 2017 “Conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale del territorio” della Fondazione Carispezia. L’attribuzione al pittore di Barga, allievo a Firenze di Santi di Tito, incontra il consenso unanime degli esperti e dei critici d’arte pittorica. Vissuto dal 1574 al 1654, ha lasciato significative tracce della sua arte in molte chiese, anche a Roma, Cortona, L’Aquila. Individuata dal dottor Claudio Casini della Soprintendenza di Lucca – Massa Carrara durante un sopralluogo alla Chiesa di Mommio, piccola frazione del Comune di Fivizzano, all’indomani del terremoto del 2013, è subito apparsa opera di grande valore artistico e meritevole di essere riportata agli antichi splendori, risalenti agli anni Trenta del 17° secolo, quando un po’ ovunque infuriava la peste, alla quale i 4 Santi rappresentati hanno avuto a che fare per vari aspetti, compresi quelli terapeutici. Ma i Santi hanno in comune, come motivo ispiratore, anche l’idea del viaggio, del pellegrino, come ha sottolineato lo stesso Casini nell’intervento, con cui ha ripercorso l’iter del ritrovamento fino al restauro ed illustrato le caratteristiche del grande quadro. Al suo centro la Madonna con Bambino siede su un trono con basamento in pietra decorata. La corona sorretta dagli Angeli fa pensare all’incoronazione. I quattro Santi sono San Martino, vescovo del 4° secolo originario della Pannonia; San Genesio, legato alla musica, vissuto al tempo di Diocleziano; San Rocco con la coscia scoperta, a mostrare la ferita per peste; San Ceccardo vescovo, come suggerisce il piviale costellato di rose. Porta in mano la testa, dato comune a molti santi decollati – San Donnino, Saint Denis, Sant’Emilio,…-Non tutti sono d’accordo su questo accostamento – è stata avanzata l’ipotesi anche di San Regolo, vescovo africano e pellegrino-, ma numerosi sono i riferimenti storici ed iconografici che lo fanno ritenere plausibile. Vero è che la questione sussiste e si ha notizia che in merito sta nascendo un vera e propria disputa culturale fra gli studiosi, come l’altra relativa al “perché” si è trovata a Mommio, che non si trova a grande distanza dalla Garfagnana , se si dovesse percorrere la via della transumanza attraverso i monti. Insomma si è di fronte ad un dipinto che suscita enorme interesse, quanto più è problematico. Sicuramente attirerà molti visitatori nella cappella del museo degli Agostiniani dove è esposto. Si capisce, pertanto, l’entusiasmo con cui il sindaco Paolo Grassi ha introdotto la presentazione dell’evento, coordinato dalla dott.ssa Ragna Engelbergs, e ringraziato quanti si sono adoperati per portare a compimento il restauro, in particolare il prof. Alberto Balbarini, vicepresidente della Fondazione Carispezia, che è intervenuta a sostegno di molte iniziative nella Lunigiana Orientale. Basti ricordare la pavimentazione della Chiesa di Argigliano o la Casa della salute di Gragnola. Prima delle relazioni dei componenti lo staff genovese dei restauratori (Valentina Tomini, Annalisa Demelas, Giovanni Gualdano, Luca Venier), che hanno descritto le metodologie e le delicate fasi del restauro, ha portato il saluto la nuova soprintendente delle province di Lucca e Massa Carrara, prof.ssa Angela Acordom, complimentandosi con l’Amministrazione comunale e con tutti coloro che hanno collaborato al progetto, che aggiunge ricchezza al già prezioso Museo e a tutta la comunità fivizzanese.
Andreino Fabiani