Il fascino della gentilezza: una Giornata mondiale ad essa dedicata

42gentilezzaAd un osservatore sia pure un po’ distratto non sfuggirebbero alcuni tratti di questo tempo che presentano caratteristiche inquietanti: citiamo ad esempio e non in modo esaustivo l’arroganza, la soppressione dei diritti, il razzismo, i rapporti interpersonali rovinati dal sospetto.
Le belle maniere, la disponibilità, il rispetto degli altri, la fiducia – per citare i più rilevanti – sono insegnamenti che nel passato si potevano imparare nei luoghi educativi. Con questa dicitura intendiamo riferirci alla famiglia, alla scuola, alle parrocchie, agli oratori, ai luoghi dello sport e dell’associazionismo, finanche ai partiti… una rete che in qualche modo sosteneva e orientava prima i bambini, poi i giovani nella loro crescita. Così si maturava con punti di riferimento, con qualche buona idea in testa e, per molti, con un impegno attivo secondo gli ideali che venivano di mano in mano acquisiti e consolidati.
È dunque necessario, oggi più che mai, cominciare a ricostruire un tessuto, senza dubbio sfilacciato, ma che si può ancora tenere insieme con la buona volontà e a partire da gesti semplici ma che possono far sentire la propria efficacia come risultato di una qualche forma di esercitazione quotidiana.
Un’occasione di riflessione ci è fornita dalla Giornata mondiale della gentilezza, fissata per il 13 novembre. L’idea nasce nel 1997, quando a Tokyo si mettono insieme i movimenti per la gentilezza di tutto il mondo dando origine al Movimento mondiale per la Gentilezza (WKM) – lanciato in via ufficiale nel 2000 a Singapore in occasione della terza conferenza del movimento – al fine di “connettere le nazioni per creare un mondo più gentile”.
In questi anni sono stati pubblicati libri e studi sugli effetti positivi della gentilezza nella vita delle persone e oggi, per dirla con lo psichiatra Claudio Mencacci, la gentilezza viene considerata un indicatore della salute mentale: essere gentili più che un dovere è una convenienza.
Nel tempo la gentilezza si è arricchita di significati diversi e non è quindi identificata, come si potrebbe credere a prima vista, soltanto belle maniere, linguaggio appropriato, ma, nei vari Paesi, assume connotazioni diverse. Così, ad esempio, il Movimento per la gentilezza italiano, nato nel 2001 a Parma, la declina nel versante del “senso civico, vale a dire rispetto per le regole e solidarietà nei confronti di chi ha più bisogno”. Esiste anche un decalogo della gentilezza, facilmente reperibile su internet, che potrebbe essere argomento di discussione nelle scuole.
Certo, la gentilezza non dovrebbe essere un comportamento limitato ad un giorno ma da esercitarsi quotidianamente. Basterebbe praticarlo per un po’ di tempo per… acquisirlo in via definitiva e per capire come agisce chi ci sta intorno. V
errebbe anche da chiedersi che cosa ne sarebbe ad esempio della politica urlata e della denigrazione spesso violenta dell’avversario se si decidesse di adottare la gentilezza come criterio-guida dei rapporti fra le persone. Ma questa è un’altra storia e una strada ancora lunga.

Fabrizio Rosi