Giornata del migrante e del rifugiato: quattro verbi per un mondo nuovo

02prima_migranti“Il forestiero dimorante fra voi lo tratterete come colui che è nato fra voi; tu l’amerai come te stesso perché anche voi siete stati forestieri in terra d’Egitto. Io sono il Signore, vostro Dio” (Lv 19,34). Questo è il versetto scelto da papa Francesco per affrontare, già dal giorno dell’Assunzione della B.V. Maria dello scorso anno, il tema della Giornata del migrante e del rifugiato 2018.
La disamina del pontefice è ad ampio raggio, cita l’insegnamento dei suoi predecessori ed indica un percorso per fare del “problema” migrazione una fonte di crescita della intera umanità. Un cammino scandito da quattro verbi: accogliere, proteggere, promuovere e integrare.
In linea di principio, perché figli dello stesso Padre, tutti dovrebbero godere della libera circolazione che è invece garantita alle cose. Il Papa esorta, visto lo scenario attuale, ad accogliere e concedere ampie possibilità di ingresso sicuro, a partire da coloro che vivono in situazioni di guerra o divisi da altri famigliari o ai quali non sono garantiti i diritti fondamentali.
Proteggere la dignità dei migranti e dei rifugiati sia nel luogo di partenza, con informazioni certe e certificate, che in quello di arrivo, ove questi possano ottenere documenti d’identità personale, avere una adeguata assistenza consolare e aprire conti bancari.
“Promuovere vuol dire essenzialmente adoperarsi affinché tutti i migranti e i rifugiati così come le comunità che li accolgono siano messi in condizione di realizzarsi come persone in tutte le dimensioni che compongono l’umanità voluta dal Creatore”. Tra queste dimensioni quella religiosa con le sue libertà e strutture. Anche il lavoro e la cultura appartengono alla promozione.
A questo proposito presto inizierà un programma di insegnamento della lingua italiana su TV2000. Una persona accolta, protetta e promossa, alla quale si chiede di conservare anche i propri valori e la propria cultura, viene facilmente integrata e spesso è in grado di migliorare la qualità della società che lo ha accolto. La Chiesa, assicura il pontefice, si assume tutte le proprie responsabilità, ma per ottenere risultati significativi vi è necessità dell’intervento della politica. Sia quella dei princìpi delle strutture sovranazionali sia quella più operativa dei governi delle singole nazioni.
In questo anno 2018 la fondazione Migrantes della Cei ha scelto la Toscana per alcune iniziative in preparazione della giornata del Migrante.
Monsignor Guerino De Tora, presidente della suddetta fondazione, evidenziando come nessuno debba essere apolide, sottolinea l’importanza di una legge che riconosca lo jus soli. Chiede di trasformare la globalizzazione della mobilità in una globalità umanizzante e commenta: le migrazioni non sono la fine del mondo, ma sono l’inizio di un mondo nuovo.

Pier Angelo Sordi