
Nel palazzo del tribunale fino all’11 maggio novanta foto nella mostra realizzata da Anpi e Istituto Storico della Resistenza
“Pontremoli: la lunga strada verso la Liberazione” è il titolo della mostra fotografica realizzata dalla locale sezione dell’ANPI con l’Istituto Storico della Resistenza Apuana per celebrare l’80° anniversario della fine dell’occupazione nazifascista e della Seconda Guerra Mondiale. Aperta da sabato 26 aprile, l’esposizione, che ha il patrocinio del Comune di Pontremoli, è allestita al primo piano del palazzo del tribunale in piazza della Repubblica e resterà aperta fino all’11 maggio.
Un viaggio fotografico che va oltre i venti mesi dell’occupazione nazifascista – fra il settembre 1943 e l’aprile 1945 – e prende in esame anche i venti anni precedenti, dalla nascita del primo fascio di combattimento della provincia (a Pontremoli, appunto, il 13 novembre 1920) alle manifestazioni della propaganda fascista come la della visita in città del ministro dell’educazione nazionale, Carlo Alberto Biggini, il 30 maggio 1943.
Nei pannelli un percorso storico e sociale illustrato da una novantina di immagini, spesso poco note se non del tutto inedite.
Dalla propaganda con le adunate fasciste, i raduni e le manifestazioni, alla la tragedia della guerra con l’eccidio di Ponticello, ma anche tante altre vittime innocenti della cieca violenza fascista e nazista.
E poi le famiglie ebree residenti a Pontremoli, le discriminazioni e le persecuzioni, gli ordini d’arresto, la fuga in Svizzera per alcuni, l’arruolamento fra i partigiani per altri come nel caso del dott. Alessandro Drapchind.
Il ruolo del clero nella Resistenza, con il Vescovo mons. Sismondo in prima linea, ma anche figure di sacerdoti come don Marco Mori, don Quinto Barbieri, don Piero Lecchini e don Bruno Ghelfi.
Una quarantina, almeno, i partigiani caduti per la Libertà, tante le vittime civili morte sotto i bombardamenti alleati o per il piombo di tedeschi e fascisti; le immagini aeree delle esplosioni sul ponte ferroviario dei Chiosi, la distruzione della chiesa di San Pietro e della Villa Lorenzelli a Porta Parma.
E finalmente la Liberazione: la mattina del 27 aprile 1945, le jeep inglesi, il ringraziamento degli Alleati ai partigiani, il vescovo Sismondo con il magg. Gordon Lett e Carlo Laba, il primo sindaco eletto a suffragio universale nella primavera 1946.
Infine l’inizio dell’impegno per onorare e ricordare i caduti, mantenere viva la memoria, difendere i principi che hanno ispirato la Costituzione della Repubblica Italiana.
Con il ricordo delle parole pronunciate da Manfredo Giuliani nel discorso tenuto in piazza a Pontremoli il 13 maggio 1946: “La Libertà non si riceve in dono, la libertà bisogna conquistarla”.
(p. biss.)