Aulla: i cinque  secoli di storia  di Palazzo  Centurione

Scampato ai bombardamenti alleati, si trova all’estremità sud-occidentale della città. La famiglia che gli ha dato il nome ha vissuto qui dal 1543 all’inizio del Settecento

Palazzo Centurione ad Aulla: la facciata rivolta verso il fiume

“Quello che oggi viene denominato Palazzo Centurione è il risultato di una serie di modifiche, accorpamenti, addizioni che si sono svolte nell’arco di cinque secoli” così è iniziata la relazione della dottoressa Cavirani nella Sala delle Muse recentemente restaurata dal comune di Aulla, ed utilizzata come sede di convegni e manifestazioni.
Il palazzo miracolosamente risparmiato dalle bombe del secondo conflitto mondiale ha quindi una storia stratificata che si radica fin dalle sue origini nella storia urbana della città, a sua volta molto più antica.
Purtroppo, le devastazioni belliche ci hanno privato della principale fonte di informazioni, il centro storico di Aulla, di cui oggi possediamo soltanto qualche antica stampa ed il Catasto d’Impianto realizzato tra il 1885 ed il 1887.
Ciò non esclude naturalmente il dato documentario, come dimostra l’elenco degli archivi citati, dalle redattrici dello studio, l’architetto Antonella Gerini e la professoressa Ilaria Cavirani, se pur mancanti dell’Archivio Notarile di Aulla, gravemente danneggiato dall’alluvione del 2011 ed in parte rintracciabile negli studi del prof. Giulivo Ricci e di Padre Venanzio Belloni.

Porta di accesso al cortile di Palazzo Centurione ad Aulla

Tuttavia, la privazione fisica dell’oggetto di studio impedisce alle forme urbane, mai casuali, di esprimere compiutamente la loro storia. Il palazzo Centurione si trova all’estremità sud-occidentale dell’abitato di Aulla, nella parte inferiore del centro storico, a fianco del complesso abbaziale di San Caprasio, fondato nell’884 da Adalberto di Toscana, in un luogo di naturale confluenza di percorsi, dove già esistevano un castello ed un ospedale sempre da lui realizzati, nella parte più elevata del deposito alluvionale.
Tra quest’ultima, protetta verso nord-est da un terreno verosimilmente acquitrinoso, che lo separava dal retrostante colle, occupato nel Cinquecento dalla fortezza della Brunella, e la parte inferiore, dove si trovavano i guadi o i mezzi per attraversare i due corsi d’acqua in direzione di Podenzana e di Sarzana, si consolidò verosimilmente nei secoli XII-XIII il borgo centrale di Aulla, oggi via Apua.
Le strutture edilizie del lato occidentale del percorso sono coerenti con la parte più antica di Palazzo Centurione, così chiamato, perché proprietà di questi marchesi, signori di Aulla dal 1543 al 1704. Era dotato di un decantato giardino cinto di mura, dove, tra l’altro si coltivavano i gelsi.
Ci fu certamente un periodo durante il quale Aulla, munita di una prima cinta muraria, fu aggirata dal lato sinistro, ossia mancino, per chi scende verso Sarzana, da un percorso dall’andamento curvilineo, poi inglobato probabilmente nel Trecento in una seconda cinta che si addossa al lato meridionale di palazzo Centurione.
La porta è quella attuale e corrisponde alle proprietà feudali che separano l’ala antica da quella malaspiniana detta anche Fabbrica Nova situata verso l’Aulella.
Tra il 1716 ed il 1816, quando i Centurione, al tempo della Guerra di successione spagnola (1701-1714) persero il feudo, i Malaspina di Podenzana ne divennero proprietari ed ornarono il palazzo con il terrazzo in marmo ancora presente e lo stemma commissionato allo scultore Isidoro Baratta nel 1738. “Quindi quello che identifichiamo oggi con palazzo Centurione nasce, in realtà, da una rifusione di elementi di diversa origine e nel 1816, quando il governo estense stabilì ad Aulla la sua sede in Lunigiana, l’edificio si presentava frammentato in tre “proprietà”: la parte cosiddetta feudale, corrispondente alla porta di accesso dall’esterno del borgo, e dai fondi adiacenti destinata agli usi di Governo; la parte “allodiale” (cioè privata), di proprietà dell’abate Alfonso Malaspina, posta in prossimità del torrente Aulella, e la parte di “palazzo vecchio di eredità Centurioni”, come viene denominata nei carteggi estensi, di proprietà appunto degli eredi Centurioni, che da tempo però non vivevano più ad Aulla.”
La prima descrizione del periodo estense relativa al Palazzo di Aulla risale al 7 maggio 1816: nel Giornale dei Viaggi di Francesco IV si legge “Ivi alloggiai nel palazzo dell’Abbate Malaspina, ove risiede il delegato di governo che è un palazzo vasto assai ha due piani e almeno dieci stanze e una sola abbasso e 12 e più stanze sopra, ma quelle sopra non finite e in rovina perfetta, ma adattabili con poco. Vi sono in casa bellissimi fondachi cantine, camere a pian terreno, magazzini, cucina, stalla, un orto o giardinetto. Guarda al confluente di Aulella e Magra… qui ha l’esposizione di mezzodì e comperandolo vi si può mettere il delegato di governo, il Giusdicente, le carceri, magazzini”.
A partire dal 1816 gli Este diedero inizio ad una serie di trattative con gli eredi Malaspina e eredi Centurione per l’acquisto dell’intera unità immobiliare con lo scopo di trasformarla nella sede del governo, ossia in un Palazzo reale che avrebbe ospitato degnamente il granduca e, in sua assenza, il delegato di governo e garantito l’espletamento di tutte le funzioni amministrative e di residenza.
Nel 1821 fu acquisita l’ala Malaspina, detta anche Palazzo nuovo, e il 19 aprile 1822 il palazzo Centurione e da allora il tentativo fu quello di dare una simmetria all’edificio. L’intenzione si manifesta soprattutto nella facciata sud-orientale divisa in due parti dalla Porta sarzanese con il grazioso terrazzo del piano nobile, ma l’impresa, affidata all’ingegnere Tommaso Malaspina, non ebbe l’effetto desiderato per la complessità ed il costo degli interventi programmati.
Ancora oggi se osserviamo la lunga facciata rivolta verso la confluenza ci accorgiamo di quanto l’ala sinistra dell’immobile sia eterogenea anche nell’altezza dei corpi di fabbrica, per non parlare dei problemi strutturali delle murature, tanto da rendere, ancora oggi, ardua una simile operazione. Tanto più che le finanze estensi, dopo il 1831, furono impiegate nell’ammodernamento del castello di Fosdinovo.
Con l’Unità d’Italia l’edificio divenne proprietà del Demanio e fu acquistato dal Comune di Aulla, con rogito in data 24 luglio 1865, che ne fece la sede del municipio della mia infanzia.

Roberto Ghelfi