Un assessorato per il ripopolamento? C’è chi lo propone anche per la Lunigiana

Importare nei nostri comuni le politiche contro lo spopolamento messe in campo nelle Alpi Carniche

Panorama di Mocrone

L’idea è nata tra le province di Udine e Pordenone, in 7 piccole comunità di montagna, tutte sotto i mille abitanti e, come tantissime aree interne italiane, con un elevato indice di spopolamento: un assessorato al ripopolamento capace di coordinare e promuovere tutte le azioni utili ad attirare nuovi residenti in territori marginali e sofferenti per il costante calo del numero di abitanti. Adesso quella proposta è arrivata anche in Lunigiana.

A proporre l’iniziativa è stato a Fosdinovo un gruppo di cittadini che vuole combattere il calo demografico. Cuore della proposta: un assessore che coordini le varie azioni.
Panorama di Cecina, nelle colline tra Fivizzano e Fosdinovo

L’idea di proporre ai nostri sindaci come “buona prassi” quella di istituire una delega di giunta all’accoglienza di residenti nuovi, effettivi e potenziali, l’hanno importata i membri di “Idee per il RiPop” in un incontro pubblico a Fosdinovo, lo scorso gennaio, alla presenza di sindaco e membri di giunta.

In quell’occasione, il comitato fosdinovese ha illustrato un piano di azione composto da cinque misure su cui lavorare per favorire l’insediamento di nuovi abitanti in un comune le cui frazioni montane soffrono, come in tutta la Lunigiana, la piaga dello spopolamento: mercato immobiliare, socialità e cultura, lavoro, servizi e comunità accogliente sono i temi su cui Idee per il Ripop ha proposto di agire.

In concreto le azioni mirano a supportare quanti hanno scelto di trasferirsi per favorire la loro integrazione a 360 gradi: come muoversi tra le opportunità che offre il mercato del lavoro di queste realtà, segnalando ad esempio posizioni vacanti; affrontare il tema dell’abitazione, dall’acquisto alle pratiche edilizie per il restauro; ma anche favorire l’integrazione dei nuovi arrivati nel tessuto sociale e nelle sue tradizioni e accompagnarli alla scoperta del territorio o guidarli tra i servizi pubblici, come quelli scolastici o per gli anziani. Le stesse azioni di accompagnamento sono rivolte a quanti stanno ancora vagliando di insediarsi nella comunità ma desiderano avere un quadro completo.

Un panorama di Zeri
Un panorama di Zeri

Leggendo sul sito internet vieniavivereinmontagna.it le azioni messe in campo dai sette comuni delle Alpi Carniche presi ad esempio dagli attivisti di Fosdinovo, si osserva subito che il progetto “vieni a vivere e lavorare in montagna” non mira solo ad attirare persone attraverso il richiamo alla bellezza dei luoghi o, ma in concreto si lavora sulle esigenze della vita quotidiana. L’operato dei comuni friulani mostra un innegabile successo: dal sito si apprende che nel 2024 le richieste hanno superato il numero di persone che il progetto aveva preventivato di integrare, costringendo ad una selezione di quanti vogliono trasferirsi aderendo al progetto. Trecento i candidati ammessi al programma, età media 42 anni, il 52% già occupati e disposti a cambiare lavoro per trasferirsi, il 5% imprenditori.

Un progetto così complesso per avere successo necessita di tanti attori e di una regia. Tra gli attori si trovano realtà “dal basso” come associazioni e comitati, ma anche personale degli enti pubblici a cui sono state affidate specifiche funzioni. Alla regia, ogni comune ha posto un assessore o un delegato del sindaco. Non solo per testimoniare l’impegno politico ad operare per il ripopolamento, ma anche per coordinare, riadattare e verificare le azioni messe in campo. È un progetto esportabile qui, in una Lunigiana che ha perso in 10 anni 4 mila dei suoi oltre 55 mila abitanti ufficiali? Per i membri di Idee per il RiPop, che da oltre un anno fanno rete con quelli del progetto Start Working di Pontremoli, la risposta è affermativa: un assessore al ripopolamento potrebbe essere una figura capace di prendersi carico di questa emergenza e di evidenziare che lo spopolamento è un tema politico. Eventualmente individuando questa figura a livello di Unione dei Comuni. Ma i sindaci sarebbero pronti a implementare un progetto simile?

(Davide Tondani)

I sindaci: una proposta interessante, ma servono soprattutto investimenti

Non è un “no” quello dei sindaci interpellati dal Corriere Apuano alla proposta di un assessorato al ripopolamento. Il loro è piuttosto un rimarcare la necessità di creare a monte le condizioni per contrastare efficacemente il calo demografico delle aree interne come la Lunigiana.

Il sindaco di Fivizzano, Gianluigi Giannetti
Il sindaco di Fivizzano, Gianluigi Giannetti

Da questo punto di vista sono concordi Gianluigi Giannetti, sindaco di Fivizzano – il comune più esteso della Lunigiana – e presidente dell’Unione dei Comuni e Matteo Mastrini, sindaco di Tresana. Giannetti, osservando con interesse l’esperienza dei comuni friulani, ha riflettuto sul fatto che il ripopolamento necessita di una serie di azioni coordinate, dall’offerta di servizi alla popolazione alla creazione di opportunità come le infrastrutture per il lavoro da remoto, e non di azioni come quelle di quei comuni che hanno tentato di invertire il calo demografico con il progetto “case a un euro”.

Il tema vera, secondo Giannetti, è quello occupazionale. “Alla base della scelta di vivere in aree interne come la Lunigiana – ha affermato il primo cittadino – c’è il tema del lavoro. Per questo è necessario prima di tutto un piano sulle aree interne da parte del governo per rendere attrattiva l’imprenditorialità in zone marginali attraverso una fiscalità vantaggiosa”.

Il sindaco di Tresana, Matteo Mastrini
Il sindaco di Tresana, Matteo Mastrini

Sulla stessa lunghezza d’onda si colloca Mastrini. “Dal mio punto di vista l’idea di un assessorato al ripopolamento può anche essere percorribile” ha affermato il sindaco di Tresana. “Il tema vero è però un altro: non può esserci sviluppo e crescita demografica per aree come le nostre senza un livello adeguato di servizi pubblici che, al contrario, hanno subito nel corso degli anni pesanti tagli: dalla sanità al trasporto pubblico locale”.

La conclusione di Mastrini è chiara: “servono investimenti massicci e un uso efficace dei Fondi di Coesione per creare sviluppo. Senza risorse nessun assessore al ripopolamento può esercitare con successo le sue deleghe”.