Pietro Aprile “maestro” arrivato da Carona

Artista ticinese, affermatosi alla corte genovese dei Fieschi, molto apprezzato dai marchesi Malaspina di Massa, lavorò molto a Carrara e fu attivo anche in Spagna

Pietro Aprile, Monumento sepolcrale di Eleonora Malaspina (prima metà del XVI secolo). Massa, cripta del Duomo

Affacciata sul lago di Lugano, la piccola località di Carona, nei primi anni Ottanta del Quattrocento, ha dato i natali al “maestro” Pietro Aprile che con i fratelli Antonio Maria e Giovanni Antonio avvia nell’Italia centro-settentrionale una fortunata attività artistica. Nel 1499 i fratelli Aprile sono già al lavoro a Savona e dal 1507 Pietro è a Genova dove ottiene committenze anche dai Fieschi.
Nel 1514 lascia traccia di sé a Carrara: riceve infatti l’incarico per un’immagine in marmo della Vergine Maria per il Duomo di Pisa e, tre anni dopo, per un’importante opera. Gli viene infatti affidata la realizzazione del monumento sepolcrale di Eleonora Malaspina, figlia di Lucrezia d’Este marchesa di Carrara, morta nel 1515.
L’opera, più volte rimaneggiata, si conserva nella cripta del Duomo di Massa (nella foto). Si sposta poi in Spagna dove, nel 1520, collabora, tra l’altro, all’ultimazione dei monumenti del re Ferdinando e della regina Isabella nella Cappella Reale di Granada.
Pietro Aprile è stato, infatti, uno degli allievi più abili di Bartolomeo Ordóñez: è il più anziano, quello che da più tempo lavora nella bottega del maestro spagnolo che nel proprio testamento gli affida l’incarico di ultimare alcune delle sue opere più importanti.

Il tempietto marmoreo nella chiesa della SS. Annunziata a Pontremoli: è stato realizzato fra il 1525 e il 1526

Nel 1522 è di nuovo a Carrara: ora ha un proprio laboratorio nella città ai piedi delle cave, una “bottega” che diventa ben presto punto di riferimento di ricche committenze, sia che arrivino dalla nobiltà locale o da istituzioni ecclesiastiche.
Ed è proprio in questo periodo (1525) che Pietro Aprile costituisce una società con Giovanni de’ Rossi da Fiesole e con Girolamo da Carrara per un’importante opera marmorea da realizzarsi per Pontremoli: si tratta con ogni probabilità proprio del tempietto che si ammira nella chiesa della SS. Annunziata.
Vi potrebbe aver lavorato anche il fratello di Pietro, Antonio Maria: recenti studi avrebbero infatti visto la sua mano nella lunetta dell’Annunciazione sopra la porta d’ingresso del tempietto, ma anche in alcune delle statue del coronamento. I fratelli Aprile potrebbero aver lavorato anche alla stessa statua di Sant’Agostino anche se questa, per aspetto, impostazione e accuratezza della realizzazione indica la partecipazione di un artista di livello superiore non ancora individuato.

(p. biss.)