Giovani, povertà e  disabilità al centro  del percorso sinodale della Diocesi

Resa pubblica la sintesi del quarto anno del Cammino Sinodale, un documento che si inserisce nel percorso della chiesa locale in preparazione alla Seconda Assemblea nazionale di Roma, dal 31 marzo al 3 aprile 2025

(Foto Vatican Media/SIR)

Giovani e Scuola. Povertà e Volontariato. Disabilità e Sofferenza. Queste le tre principali tematiche che, nel contesto sinodale, si stanno analizzando e sintetizzando per rinvigorire e ripensare la vita e la realtà della nostra Chiesa locale.
Un percorso avviato con l’ingresso del vescovo Mario (nel maggio 2022), ripreso nei successivi convegni pastorali diocesani e che continua ad essere argomento di studio e riflessione.
La scelta delle tre tematiche ricade su necessità imposte dai cambiamenti del tempo ed ha come finalità un criterio di rinnovamento graduale. L’intento non è quello di “forzare i tempi” con riforme veloci e generiche ma di attualizzare risposte che corrispondano alla vita reale delle comunità, considerando concretamente le persone che abitano il territorio.
È in questo contesto che vanno ad introdursi l’avvio delle varie unità pastorali e il percorso di rinnovamento per la catechesi. Le unità pastorali stanno mostrando uno stile operativo basato su un’estesa “consultazione dal basso” che si è declinata anche in una “rigenerazione sinodale” della Curia.

(Foto Vatican Media/SIR)

Questa ha attivato e promosso un corso di formazione su collaborazione e corresponsabilità – utili a migliorare le capacità collaborative tra i direttori dei diversi uffici e per impostare un metodo di lavoro all’interno delle varie equipe.
Ogni lodevole sforzo, affrontato dalle commissioni di lavoro del cammino sinodale diocesano e tutt’ora attivo, è orientato a rimarcare concetti che rendano sempre più chiaro il percorso intrapreso e favoriscano un cambiamento di approccio e mentalità. Un percorso che – come sottolineato dal vescovo nelle sue recenti lettere pastorali – vuole condurre a “camminare insieme”.
Camminare guardando anzitutto giovani e scuola per creare spazi dove i giovani si sentano a “casa propria”, potendo incontrarsi tra loro e con persone che sappiano ascoltarli divenendo punti di riferimento.
In quest’ottica l’invito alla pastorale giovanile perché rilanci esperienze di vario tipo quali visitare i sofferenti o organizzare gite. Ma anche un invito per i sacerdoti perché si sforzino di cambiare linguaggio per renderlo più comprensibile ai giovani e ai ragazzi, con omelie più brevi e parole adatte.

Foto Vatican Media/SIR

Camminare insieme guardando poi a poveri e volontariato. L’intento è quello di organizzare una rete di coordinamento che consenta di conoscere e incontrare le persone per garantire un servizio più efficace.
Quindi la necessità di offrire una formazione agli operatori del volontariato, valorizzando la dimensione della gratuità e riscoprendo l’ottica di una vera vocazione che conduca al coinvolgimento dei giovani.
Infine camminare insieme con la disabilità e la sofferenza. In questo caso si propone una formazione tramite incontri con associazioni già presenti in diocesi. Saranno questi momenti di aggiornamento ma che terranno presente la consapevolezza di non sostituirsi ai professionisti del settore.
Dal volontariato al ripensamento della pastorale sanitaria: per una maggior sensibilizzazione da parte di parroci e diaconi e per creare un servizio di ministri straordinari dell’Eucaristia che collaborino nella prossimità a disabili e sofferenti. A livello diocesano sarà utile fare “rete” tra la Chiesa e le strutture che si occupano della sofferenza e della disabilità.
Questo progetto si concretizzerà con collegamenti tra la parrocchia, l’ospedale, le RSA, la Fondazione Don Gnocchi e le famiglie.
Urge poi un nuovo volto per la Caritas Diocesana (argomento già affrontato dal nostro settimanale intervistando il direttore don Maurizio Manganelli, ndr) che non si limiti a offrire risposta ai bisogni ma che evidenzi un approccio profetico con una cura di relazioni stabili di vicinanza e prossimità che arrivi alla persona, nella sua interezza.
Sarà bene dedicarsi a questi concetti con costanza e continuità per diventare dono di reciprocità, relazioni e amicizie. Non ci si focalizzerà quindi su quanto la disabilità vada considerata una risorsa o un problema ma si tenderà a valorizzare il “concetto” di persona.
Per una concreta evangelizzazione in questo senso si guarderà alle storie di Santi e Beati del nostro tempo, quali ad esempio Chiara Corbella Petrillo, Carlo Acutis, Chiara Luce Badano. Le varie proposte saranno affinate dalle unità pastorali – che concretamente vivono la territorialità e le persone, dal costante incontro del vescovo con i vicari e i consigli, dalla Scuola Diocesana di Formazione Teologico Pastorale, dal necessario incontro con la Parola di Dio che illumina e aiuta nelle scelte della vita.

(Fabio Venturini)