Dal CAI di Pontremoli una proposta per entrare nel Parco dell’Appennino

Convegno al teatro della Rosa: “con il Comune un tavolo di confronto: dentro Braiola, Orsaro, Fosco, Tavola e le sorgenti del Magra”.

Una suggestiva immagine di uno scorcio montano all'interno del Parco Nazionale dell'Appennino
Una suggestiva immagine di uno scorcio montano all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino

Dal 2001 nel nostro Appennino c’è un Parco Nazionale: 26mila ettari di “terre alte”, che dalle praterie d’alpeggio alle pendici delle montagne salgono fino al crinale, uniscono quattro province e tredici Comuni.

Ma Pontremoli non ne fa parte: una scelta che arriva da lontano quella di restare fuori, mai rimessa in discussione: perché nel Parco dell’Appennino Tosco Emiliano si entra volontariamente, nessuno impone nulla. Oggi, dopo quasi trent’anni da quella legge che nel 1997 rendeva possibile la creazione del Parco, qualche cosa forse potrebbe cambiare.

Il convegno
Il tavolo dei relatori durante il Convegno al Teatro della Rosa (Foto Massimo Pasquali)
Il tavolo dei relatori durante il Convegno al Teatro della Rosa (Foto Massimo Pasquali)

Di certo se lo augurano i promotori dell’incontro che si è tenuto lunedì pomeriggio nel teatro della Rosa, moderato da Andrea Greci, responsabile della stampa sociale del Club Alpino Italiano. Ed è stata proprio la sezione del Cai di Pontremoli (che con le sottosezioni di Filattiera e di Bagnone conta su ben 550 iscritti) a promuovere l’iniziativa “La nostra montagna domani: un territorio da vivere, un ambiente da conservare, una ricchezza da offrire” alla quale ha aderito il Comune di Pontremoli.

Perché – e questa è la novità – l’Amministrazione Comunale di Pontremoli e il CAI di Pontremoli apriranno un tavolo di lavoro: lo hanno confermato sia il sindaco Jacopo Ferri sia il presidente del Club Alpino Italiano locale Gianfranco Fantoni. “La montagna è un bene prezioso, da conservare, valorizzare e promuovere anche come mezzo contro lo spopolamento dei paesi” hanno detto gli esponenti del Cai chiedendo all’Amministrazione Comunale di aprire un confronto anche sul tema dell’ingresso di Pontremoli nel Parco.

L'intervento del sindaco durante il Convegno al Teatro della Rosa (Foto Massimo Pasquali)
L’intervento del sindaco Jacopo Ferri durante il Convegno al Teatro della Rosa (Foto Massimo Pasquali)

“Per me è un momento importante di confronto e riflessione su un tema comunque difficile – ha detto il sindaco Ferri – sul quale tutti dobbiamo capire meglio quali possano essere le prospettive, definendo un percorso che valuti gli aspetti positivi e le resistenze, alla ricerca di un punto di equilibrio”. L’impressione, dunque, è che la strada, se mai sarà intrapresa, sarà comunque lunga.

Ma dal Cai il rilancio è arrivato molto chiaro: “abbiamo proposto al Comune di Pontremoli di entrare nel Parco dell’Appennino perché le aree protette sono fondamentali per l’integrità del territorio – ha spiegato il presidente Fantoni – e abbiamo anche individuato una piccola porzione del territorio pontremolese, meno del 10% del totale, idonea allo scopo. Un’area dalle pendici dei monti Braiola, Orsaro, Fosco e Tavola fino ai crinali, ma che comprenda anche le sorgenti del fiume Magra”. Non una perimetrazione precisa, né se e quali paesi potrebbero rientrarvi, ma una proposta chiara e sulla quale confrontarsi.

“Siamo convinti che senza la partecipazione di Pontremoli il Parco sia incompiuto – ha continuato Fantoni auspicando il confronto – ed entrarvi è una risorsa, un’attrattiva, un vantaggio per tutti e un passo concreto per la salvaguardia del territorio”.

Il presidente Giovanelli: disponibili, ma il Parco non obbliga nessuno
Il presidente del parco dell'Appennino Tosco Emiliano, Fausto Giovanelli
Il presidente del parco dell’Appennino Tosco Emiliano, Fausto Giovanelli

Nel dibattito sono intervenuti anche tutti i vertici del Parco: dal Presidente Fausto Giovanelli al direttore Giuseppe Vignali, alla Presidente della Comunità dei tredici Comuni del Parco, Annalisa Folloni.

In particolare Vignali ha illustrato le decine e decine di progetti che il Parco gestisce ogni anno: attualmente sono 182 per un totale di 24 milioni di euro di investimenti previsti, la quasi totalità destinati ai Comuni che compongono il Parco. Investimenti che la struttura dell’Ente (pochissime unità di personale) ottiene presentando progetti ovunque sia possibile, visto che il finanziamento statale si ferma a 1,8 milioni di euro.

Se la sindaca di Filattiera ha ricordato, tra l’altro, come in Lunigiana il Comune di Casola ha aperto un dibattito con la popolazione e sta valutando se chiedere di essere compreso nel Parco, il presidente Giovanelli si è dichiarato ben disponibile al confronto ma è stato chiaro altrettanto chiaro: “quella di allargare i confini del Parco non è una nostra priorità”. Il che significa che il Parco dell’Appennino non cerca nuovi territori, ha confini strutturati dal 2010, progetti da gestire e finanziamenti da destinare alla realizzazione di progetti: “Il Parco dell’Appennino non è mai stata né mai sarà un’imposizione. Parco è un modo di essere e di abitare un territorio”.

Quindi la Comunità del Parco è pronta ad ascoltare eventuali candidature, ma l’iniziativa non è del Parco ma di chi desiderasse eventualmente entrare: il sentiero è aperto, vedremo dove condurrà.

Paolo Bissoli