Silenziosi quaderni neri ora sono diventati storia

Presentato sabato pomeriggi a Pontremoli il libro-diario sulla vita di Duilio Neri dalla drammatica esperienza dei campi di prigioni alla passione per la musica

Il “complesso artistico”, orchestrina ritmica formata tra un gruppo di soldati italiani sull’isola di Rodi e nella quale Duilio Neri si cimenta alla fisarmonica

“In questo volume ho cercato di rimettere insieme i vissuti affidati a quaderni neri, foglietti e documenti ritrovati nell’archivio di mio padre, gelosamente custoditi per anni e mai rivelati”.
Inizia così lo scritto con il quale Anna Maria Neri, sanminiatese da lunghi anni trapiantata a Pontremoli dove è stata apprezzata insegnante, ci introduce al libro “Il silenzio dei quaderni neri” presentato sabato scorso, 1° febbraio, nelle Stanze del Teatro della Rosa.
I contenuti sono quelli tratti dal diario di guerra di Duilio Neri, il “babbo” di Anna Maria, nato a San Miniato nel 1920, coinvolto suo malgrado nella guerra e inviato prima sul fronte francese e, subito dopo, su quello greco-albanese.
L’8 settembre 1943 l’annuncio dell’Armistizio lo coglie a Rodi: avrebbe trascorso i successivi ventidue mesi in prigionia, prima nei campi sorvegliati dai Tedeschi, poi in quelli degli Inglesi. Mesi di duro lavoro, obbligato a pesanti mansioni in un’azienda agricola da raggiungere a piedi con dieci chilometri da percorrere ogni giorno sotto il peso di una denutrizione crescente.

Duilio Neri (1920 – 1995)

Quando riuscì a tornare a casa era il luglio del 1945: pesava solo 45 chili! Una storia comune a quella di centinaia di migliaia di militari italiani che, dopo la dispersione del Regio Esercito, preferirono una durissima prigionia piuttosto che accettare di continuare la guerra nei ranghi della Repubblica Sociale a fianco dell’esercito di Hitler.
Eppure le vicende che emergono dai diari di Duilio Neri hanno una grande particolarità: quella di essere sempre accompagnate dalla straordinaria passione per la musica, quella che lo ha contraddistinto per tutta la vita, fin dalla giovinezza.
Un vero e proprio amore, coltivato fin da giovanissimo, quando lo troviamo impegnato a suonare il trombone di accompagnamento nella banda di La Scala, frazione di San Miniato. Proseguito in divisa quando entra nella banda reggimentale dove, finalmente, può davvero studiare musica.
Le condizioni economiche della famiglia, infatti, non gli avevano permesso di frequentare il conservatorio come invece avrebbe voluto, con la scelta, obbligata, di aiutare il padre artigiano nel mestiere di imbianchino, di lavorare in un forno e di dare una mano allo zio che lavorava nel cimitero locale.
Nella banda del reggimento suona il bombardino e il trombone, ma una volta in divisa e soprattutto sull’isola di Rodi, con alcuni amici organizza quella che chiama il “complesso artistico”, un’orchestrina ritmica nella quale si cimenta alla fisarmonica.
E inizia a comporre, un’attività nella quale dimostra grandi doti, sia con le note che con i testi, attività particolarmente apprezzata che avrebbe continuato fino all’ultimo nella sua San Miniato, dove si è spento il 22 marzo 1995.
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Quella di sabato a Pontremoli è stata una presentazione particolarmente ben riuscita: in tanti hanno affollato gli spazi della Stanze del Teatro per ascoltare l’autrice, affiancata dal prof. Angelo Angella e da due sottufficiali della Marina Militare arrivati dall’Accademia Navale, i luogotenenti Franco Impala e Guido Crudeli, rispettivamente Capo e Vice Capo Musica della Fanfara dell’Accademia Navale, mentre le conclusioni sono state affidate al maestro Giampaolo Lazzeri, presidente nazionale dell’Anbima, l’associazione che raggruppa le bande italiane.
Dopo i saluti del sindaco di Pontremoli, Jacopo Ferri, un’emozionata Anna Maria Neri ha ricordato le motivazioni che, a quasi trent’anni dalla morte del babbo, l’hanno spinta a togliere dal silenzio i quaderni neri, con l’auspicio che siano un contributo alla conoscenza di un periodo storico e di vicende umane mai troppo divulgate.
Angelo Angella ha ricordato le vicende che hanno coinvolto Duilio Neri nella prigionia: uno delle centinaia di migliaia di Internati Militari Italiani “dimenticati” nei campi di prigionia nazisti, impegnato a sopravvivere nelle baracche dell’isola di Rodi, con un vitto insufficiente e di una qualità che definire pessima è davvero poco.
Ma anche le immagini di speranza che emergono dagli scritti, nei quali spiccano il narratore, il poeta e il musicista; dimensioni che lo hanno aiutato a sopravvivere e a poter tornare a casa. Il primo luogotenente Impala con il collega Crudeli, reduci dall’esperienza di un’esibizione a Singapore in occasione di una delle soste della “Amerigo Vespucci” nell’esaltante giro attorno al mondo, hanno parlato delle fanfare musicali, dalla Regia Marina alla Marina Militare.
Spiegando come la presenza di fanfare imbarcate sulle navi della marineria italiana risalga al XVIII secolo: marinai che utilizzavano gli strumenti per i segnali, gli ordini utili alla navigazione, le visite degli ufficiali, ma anche per intrattenere e rafforzare la coesione e lo spirito di corpo degli equipaggi.
Una funzione che è cambiata nel tempo, evolvendosi fino al presente, con la Fanfara dell’Accademia Navale di Livorno che ha una storia lunga e gloriosa, visto che risale al 1881, anno di fondazione dell’Accademia stessa.
Una forte emozione ha caratterizzato anche l’intervento conclusivo del presidente dell’Anbima, figura ben nota a Pontremoli per le frequentazioni con la Musica Cittadina e l’amicizia con Mauro Fugacci, Elio Poli e Riccardo Madoni presenti all’evento.
Il maestro Giampaolo Lazzeri ha portato il suo ricordo personale di Duilio Neri, che ha conosciuto a frequentato a lungo, e ne ha sottolineato il carattere e la grande disponibilità, “una persona con grande sensibilità artistica – ha spiegato – che amava la musica, la letteratura, la poesia e la pittura”, per decenni riferimento per tutto il mondo bandistico in un panorama ben più ampio di quello locale.

Paolo Bissoli