Accorpamenti scolastici in Lunigiana: l’ultima parola alla Regione
Il Consiglio provinciale delibera solo due accorpamenti a Massa e a Carrara, rifiutando di fatto di operare nuove fusioni in Lunigiana, dopo che la Regione aveva aumentato da 3 a 4 le dirigenze da sopprimere in provincia. La decisione finale passa adesso a Firenze

Due soli fusioni deliberate dal Consiglio provinciale, entrambe in zona apuana, e nessuna decisione per quanto riguarda gli accorpamenti in Lunigiana, del quale adesso dovrà occuparsi direttamente Firenze. È sempre più ingarbugliata la vicenda del dimensionamento scolastico nella nostra provincia di fronte alla nuova lenzuolata di accorpamenti sanciti dalla Legge di Bilancio per il 2023. Occorre arrotolare la pellicola di questo ennesimo capitolo di tagli, per comprendere il livello di caos su una partita essenziale per il mantenimento del diritto all’istruzione nelle aree periferiche.

La scuola primaria "Moratti" di Fivizzano
La scuola primaria “Moratti” di Fivizzano

Dodici mesi fa la Provincia aveva deliberato 4 accorpamenti, ma il decreto Milleproroghe di fine 2023 fermò parte dei tagli, probabilmente per non creare scontento e tensioni che avrebbero potuto avere ripercussioni politiche ai livelli locali di Italia in un anno in cui 3.700 comuni sarebbero andati al voto. E così l’unica unione ad essere confermata fu quella tra il comprensivo “Bonomi” di Fosdinovo e il “Moratti” di Fivizzano. Ma il problema si è riproposto in autunno, aggravato dal fatto che gli accorpamenti nella provincia di Massa Carrara sarebbero passati da 3 (quelli “graziati” a gennaio) a 4. Nell’operare la scelta delle 14 dirigenze da sopprimere in Toscana, l’assessora regionale alla scuola, Alessandra Nardini, aveva più volte promesso non più di a 3 accorpamenti per provincia, ma l’opposizione del territorio fiorentino ha vanificato ogni equilibrio. Non sarebbero stati più due, ma solo uno, gli accorpamenti a Firenze, scaricando la mancata fusione su Massa Carrara, che è passata da tre a quattro.

Gianni Lorenzetti presidente della provincia di Massa Carrara
Gianni Lorenzetti presidente della provincia di Massa Carrara

Su questo punto il Presidente della Provincia Gianni Lorenzetti ha promesso che mai avrebbe messo la propria firma e, al momento, è stato di parola. Il consiglio Provinciale, infatti, nella seduta del 16 dicembre ha disposto solo la fusione del Comprensivo Massa 6 con il Malaspina e quella del Liceo Scientifico Marconi di Carrara, che si unirà all’Istituto Zaccagna-Galilei, non deliberando sulla fusione del Comprensivo Tifoni di Pontremoli (357 alunni, contro gli almeno 400 previsti per preservare l’autonomia) con l’Ic Ferrari del Gandhi di Albiano (398 alunni) con l’Alighieri di Aulla. Su queste due fusioni avrebbe dovuto votare la Conferenza Zonale lunigianese dei sindaci, che aveva però deciso di non procedere, rivendicando la necessità di tutelare l’autonomia delle due scuole nel mirino dei risparmi. La Provincia ha scelto di non esercitare il proprio potere sostitutivo, lasciando quindi ogni eventuale decisione alla Regione Toscana. Sarà interessante capire come procederà la Regione. Secondo i parametri ministeriali, che prevedono una media di 949 alunni per istituzione scolastica, in Toscana dovrebbero esistere 468 dirigenze, contro le 452 previste per il prossimo anno dal Ministero. L’opposizione della Toscana al piano triennale di tagli lo scorso anno fu radicale, portando il contenzioso con il governo in Corte Costituzionale, con la Consulta che però diede ragione all’esecutivo. Si vedrà se Firenze non procederà agli accorpamenti in Lunigiana, come richiesto dai sindacati della scuola, oppure no.

Non solo accorpamenti: i tanti problemi della scuola in Lunigiana

In attesa di capire come procederà l’assessorato regionale, della scuola lunigianese rimane una fotografia amministrativa impietosa: di 9 istituzioni scolastiche (7 comprensivi e 2 scuole superiori), 8 sono prive di un proprio dirigente scolastico, con l’istituzione affidata ad un reggente, che oltre a dirigere un’altra scuola, si deve occupare part-time e con la collaborazione di uno staff di insegnanti che reggono l’organizzazione scolastica in cambio di retribuzioni aggiuntive poco più che simboliche, di quattro, cinque o sei plessi scolastici, interloquendo per l’edilizia scolastica, il trasporto e le mense con più di un’amministrazione comunale. Un contesto, quello descritto, che non consente certo ai dirigenti di seguire con cura l’attività didattica, ossia il cuore della vita scolastica.

A questa situazione già di per se grave, si aggiunge l’assenza in quasi tutte le scuole del territorio dei Dsga, i direttori dei servizi amministrativi: ne abbiamo parlato alcune settimane fa, sottolineando il loro ruolo fondamentale nella rendicontazione dei tanti progetti Pnrr aperti anche nelle scuole della Lunigiana, ma anche nella gestione delle supplenze in un anno in cui il precariato ha raggiunto a livello nazionale dimensioni record. C’è poi il capitolo dell’edilizia scolastica: il nostro settimanale nel numero del 23 novembre ha denunciato le condizioni in cui versa il Liceo “Da Vinci” di Villafranca, inaugurato solo pochi anni fa e che mostra già tutti i suoi limiti strutturali, ma ancora non si conosce il destino del “Malaspina” di Pontremoli, da anni non in linea con gli standard antisismici, mentre è ancora aperta l’annosa questione del tetto del “Belmesseri”, istituto privo della palestra, che si sta procedendo a riedificare.