Le due celebrazioni giubilari di avvio nella nostra diocesi

Domenica 29 dicembre a Massa e domenica 5 gennaio a Pontremoli

Massa, la Cattedrale

Dopo l’apertura della Porta Santa del 24 dicembre nella Basilica Vaticana ad opera del Papa, nelle diocesi di tutto il mondo ci saranno le celebrazioni giubilari.
Nella diocesi di Massa Carrara-Pontremoli sono in programma due appuntamenti: domenica 29 dicembre in Cattedrale a Massa e domenica 5 gennaio a Pontremoli in Concattedrale, entrambe le celebrazioni saranno presiedute dal vescovo, mons. Mario Vaccari.
In particolare l’appuntamento del 29 dicembre a Massa inizierà alle 16 dalla chiesa di san Sebastiano: da qui ci si muoverà in processione fino alla Cattedrale dove sarà celebrata la S. Messa. La celebrazione sarà trasmessa in diretta sul canale YouTube della diocesi.
Questo evento sarà preceduto da una veglia di preghiera, sempre in Cattedrale, nella sera di sabato 28.

L’interno del Duomo di Pontremoli

Il programma dell’apertura del Giubileo nel territorio diocesano è stato illustrato venerdì 6 dicembre in una conferenza stampa che si è svolta a Massa, nei locali del Museo Diocesano. Un’occasione nella quale il Vescovo, Fra’ Mario, ha spiegato le radici storico-bibliche del Giubileo, tempo di grazia e di liberazione.
Secondo le scritture era vissuto come l’occasione nella quale ristabilire il corretto rapporto nei confronti di Dio, autore della vita e del mondo, tra le persone e con la creazione, e comportava la remissione dei debiti, la restituzione dei terreni alienati e il riposo della terra.
Mons. Vaccari ha fatto anche riferimento al Giubileo del 2000, che ha celebrato i due millenni dalla nascita di Cristo, e quello straordinario della Misericordia del 2015, mentre il Giubileo del 2025 è un evento di grazia, “Pellegrini di speranza”.
Anche oggi l’evento del Giubileo mantiene il suo valore sociale nel contesto contemporaneo fatto di disuguaglianze di una economia capitalistica, frutto di un individualismo e di un egoismo, tra cui la cancellazione del debito dei Paesi poveri che rende intere popolazioni subalterne.