La scomparsa di Lou Carnesecca da Cargalla a New York, grande maestro del basket moderno

Figlio di emigranti partiti da Cargalla, se ne è andato alla vigilia dei 100 anni

Luo Carnesecca (1925 – 2024) – Foto da Wikipedia

Ad un mese dal compimento dei 100 anni (il 5 gennaio) Luigi “Lou” Carnesecca ci ha lasciati: sabato 30 novembre si è spento nella “sua” New York, la città che aveva accolto i genitori Alfredo e Adele Pinotti e dove si erano sposati il 5 aprile 1924.
Una storia di emigrazione classica ed esemplare quella della famiglia Carnesecca Pinotti; radici  aggrappate a Cargalla, una vita intera negli Stati Uniti, in gran parte trascorsa dietro il banco del negozio di alimentari aperto e mantenuto nel quartiere di Harlem.

Il primogenito Luigi era cresciuto in quell’ambiente non facile ma stimolante e che non ha mai lasciato perché, per lui, New York era “casa”.
E, in particolare, lo era quella storica università, la “St. John’s” dove aveva iniziato ad allenare e dove, per decenni dal 1965, ha fatto crescere generazioni di giovani, facendoli diventare spesso campioni e cercando di farli crecere sempre uomini. Ventiquattro stagioni nella Ncaa, la lega nazionale statunitense di basket tra i college hanno decretato che “Lou” è stato il più grande e non solo per il record di 526 vittorie.

L’ingresso della Lou Carnesecca Arena a New York (foto da Wikipedia)

Il suo modo di allenare e i suoi successi lo avevano portato anche nell’Olimpo della NBA, alla guida dei NY Nets fra il 1970 e il 1973. Ma il richiamo dei giovani era stato troppo forte e il ritorno nella Ncaa inevitabile. Nel 1992, anno del suo ritiro dalle panchine agonistiche, gli è stato dedicato uno spazio nella “Hall of Fame”, tra i personaggi più carismatici e famosi d’America. A New York, dal 2004 la “casa” della St. John’s University (6000 posti a sedere) è stata ribattezzata “Lou Carnesecca Arena” in suo onore.

Poche ore dopo la sua morte i maggiori siti di informazione a livello globale hanno diffuso la notizia. Il New York Times gli ha dedicato un lungo articolo nel quale viene ripercorsa la sua straordinaria carriera, citanto anche una vecchia intervista nella quale “Lou” ricordava: “Sono stato un giocatore terribile, ma ho sempre desiderato allenare e lo facevo già con i bambini del quartiere”.
In Italia la Gazzetta dello Sport ha titolato: “L’Ncaa piange il mitico Lou Carnesecca: a 99 anni se ne va il vero re del basket a New York”. Anche a Pontremoli, dove “Lou” aveva ancora alcuni cugini, la sua scomparsa ha suscitato emozione come hanno evidenziato messaggi e testimonianze anche sui social.
Paolo Bissoli