
Figlio di emigranti partiti da Cargalla, se ne è andato alla vigilia dei 100 anni

Ad un mese dal compimento dei 100 anni (il 5 gennaio) Luigi “Lou” Carnesecca ci ha lasciati: sabato 30 novembre si è spento nella “sua” New York, la città che aveva accolto i genitori Alfredo e Adele Pinotti e dove si erano sposati il 5 aprile 1924.
Una storia di emigrazione classica ed esemplare quella della famiglia Carnesecca Pinotti; radici aggrappate a Cargalla, una vita intera negli Stati Uniti, in gran parte trascorsa dietro il banco del negozio di alimentari aperto e mantenuto nel quartiere di Harlem.
E, in particolare, lo era quella storica università, la “St. John’s” dove aveva iniziato ad allenare e dove, per decenni dal 1965, ha fatto crescere generazioni di giovani, facendoli diventare spesso campioni e cercando di farli crecere sempre uomini. Ventiquattro stagioni nella Ncaa, la lega nazionale statunitense di basket tra i college hanno decretato che “Lou” è stato il più grande e non solo per il record di 526 vittorie.

Il suo modo di allenare e i suoi successi lo avevano portato anche nell’Olimpo della NBA, alla guida dei NY Nets fra il 1970 e il 1973. Ma il richiamo dei giovani era stato troppo forte e il ritorno nella Ncaa inevitabile. Nel 1992, anno del suo ritiro dalle panchine agonistiche, gli è stato dedicato uno spazio nella “Hall of Fame”, tra i personaggi più carismatici e famosi d’America. A New York, dal 2004 la “casa” della St. John’s University (6000 posti a sedere) è stata ribattezzata “Lou Carnesecca Arena” in suo onore.
In Italia la Gazzetta dello Sport ha titolato: “L’Ncaa piange il mitico Lou Carnesecca: a 99 anni se ne va il vero re del basket a New York”. Anche a Pontremoli, dove “Lou” aveva ancora alcuni cugini, la sua scomparsa ha suscitato emozione come hanno evidenziato messaggi e testimonianze anche sui social.