
Dopo sette anni di silenzio riappare un autore che sia in patria – gli Stati Uniti d’America – che anche in Italia si è rivelato un profondo conoscitore di quell’America di cui oggi si fa un tanto parlare.
Quegli stati del sud in cui si manifestano da tempo i segni di un disagio profondo costruito sulla scarsa capacità economica e la quasi primitiva ignoranza che trova ampio successo nell’esasperato uso di droghe, nelle violenze di patriarcali supremazie, nella rabbia costante sfociante in un machismo eccessivo. Verrebbe voglia di definirla l’America di Trump.
Nel contesto, in quest’ultima opera di Ron Rash (“Il custode”, edizione “La nuova Frontiera”, pagg. 253 euro 19, traduzione di Tommaso Pincio) siamo in North Carolina nella cittadina di Blowing Rock e racconta la storia dell’amore contrastato tra Jacob Hampton, figlio di Daniel e Cora, proprietari della segheria e dell’emporio attorno al quale ruota la vita economica e sociale del luogo e Naomi Clarke, ragazza bellissima quanto povera ed incolta che campa facendo la cameriera.
Diseredato dai genitori contrari alla relazione Jacob sposa Naomi decidendo di cercarsi una vita altrove quando piomba sulla sua testa la chiamata alle armi per la guerra in Corea (siamo in quel periodo nefasto).
Prima di partire il giovane affida la moglie ad un suo amico perché la protegga insieme al figlio che sta per nascere. L’amicizia tra Jacob e Blackburn Gant risale all’infanzia che ha visto Gant bullizzato alla grande per il suo aspetto deforme dovuto alla poliomielite trovando comunque lavoro, anche grazie all’amico, come custode del piccolo cimitero locale.
La ragazza sarà costretta a fare ritorno alla famiglia d’origine mentre Jacob rimarrà ferito in Corea. I genitori architetteranno un piano mostruoso riuscendo a far credere che la ragazza è morta di parto mentre il soldato è stato ucciso.
In sintesi questo è il punto di partenza di una storia di ordinaria degenerazione, in un paese dove contano apparenze e potere, trascurando qualsiasi momento di possibile processo di crescita sia sul piano materiale che su quello esistenziale.
La figura del custode assume il compito del testimone impotente per poter però piano piano acquisire la consapevolezza di alternative positive. Inizia un’altra storia che certo non racconteremo ma si può comunque affermare che la costruzione ambientale, il disegno dei caratteri, il significato dei ruoli, gli eventi naturali, non sempre positivi, concorrono a delineare un testo esemplare in cui riconoscersi nel nostro oggi al di là della ambientazione di tempi remoti.
Ancora una volta Rash non fa sconti ed in una sequela ininterrotta di situazioni al limite continua nella sua implacabile ed inesausta scrittura (più o meno trenta opere tra romanzi e raccolte di racconti) saga che, insieme a Chris Offutt, ne fa uno dei massimi cantori di quei Monti Appalachi cui siamo ormai legati attraverso la letteratura e il cinema.
Ariodante Roberto Petacco