Combattere le dipendenze che non sono vizi ma vere e proprie malattie

Conferenza ad Aulla, organizzata dall’Uciim, Comune e SdS per riflettere su come affrontare questa problematica che coinvolge sempre più persone

Le dipendenze, vecchie o nuove, non sono vizi, ma malattie. Su questa definizione, uguale a quella espressa dal cantante e intrattenitore americano Steven Tyler “…sono una malattia enormemente complessa e distruttiva, dall’impatto devastante per la vita delle famiglie”, è tornato più volte Maurizio Varese, direttore delle dipendenze dell’Area Nord Ovest dell’Asl Toscana, nella sua relazione, coinvolgente e documentata, nelle sue convincenti semplicità e chiarezza. Dipendenze è oggi il termine che le ricomprende tutte in unica famiglia: tossicodipendenza, droga, alcolismo, abuso di sostanze psicotrope, alcolismo, tabagismo, bulimia, disturbi del comportamento alimentare, gioco d’azzardo… Purtroppo è una grande famiglia in continua espansione in cui i nuovi oggetti della dipendenza sono governati da comportamenti di tipo compulsivo. La distinzione tra vecchie e nuove consiste nel fatto che le “vecchie” implicano dipendenza psicologica, ma anche, soprattutto, fisica, mentre quelle nuove sono caratterizzate dalla ripetizione ossessiva di comportamenti, che rendono schiavi, come il gioco d’azzardo, il cellulare, lo shopping compulsivo, la dipendenza affettiva.

Tutte, però, hanno in comune l’impulso irrefrenabile a compiere un’azione per evitare stati d’ansia e stress e comportamenti irrazionali. Sono aumentati i soggetti dipendenti, in tutte le mappe demografiche, persone che non riescono a rinunciare a comportamenti rischiosi per sé e per la propria salute. Le motivazioni inconsapevoli che stanno dietro all’uso delle sostanze sono molteplici e rimandano, per l’alcool, al desiderio di perdere il controllo di sé, per l’uso del tabacco al desiderio di gestire lo stress, per il gioco d’azzardo al superamento della solitudine, per lo shopping compulsivo al superamento di bisogni negati, e cosi via.

Su tutte queste tematiche hanno ragionato e fornito risposte, oltre aVarese, Carolina Bianchi, responsabile U.F.SER. D. Lunigiana, e Gianni Lazzarotti della Comunità Terapeutica Monte Brugiana. Le conclusioni sono state di Simonetta Michelotti che ha iniziato chiedendosi quali insegnamenti possono essere tratti da questo convegno, organizzato, nella sala Tobagi, il 24 ottobre, dal Comune di Aulla, dalla Società della Salute, dall’UCIIM sezioni di Aulla-Fivizzano, Pontremoli, e che ha fatto registrare la presenza e gli interventi del Prefetto, Guido Aprea, del prof. Vincenzo Genovese, in rappresentanza del Provveditore, del sindaco di Aulla, e di un buon numero di insegnanti? Innanzitutto che le dipendenze rappresentano una sfida significativa, per gli individui e per la società e che è fondamentale la loro comprensione specifica, per poter sviluppare efficaci strategie di prevenzione o di trattamento, con la partecipazione e l’intervento delle istituzioni politiche, scolastiche e di ciascuno, per non ricadere nella storia del lavoro urgente da fare, che nessuno fece e di cui ognuno incolpò l’altro. Oggi esistono gli strumenti, le risorse umane, le competenze e le iniziative per poter affrontare le varie problematiche anche nella nostra Provincia. Palazzo Ducale, ad esempio, ha recentemente ospitato un seminario dedicato all’allarmante fenomeno del gioco d’azzardo, che nel 2023 ha toccato la cifra di 147 miliardi, coinvolgendo anche gli adolescenti. Benemeriti, poi, sono i centri come la comunità di Monte Brugiana, che in 40 anni di attività e di vita comunitaria ha ridato vita ad un territorio e a moltissimi giovani. Sarà l’approccio multidisciplinare alle influenze culturali, sociali, tecnologiche, sempre in evoluzione, a fornire strumenti utili nella lotta contro le dipendenze, promuovendo un maggior benessere per tutti.

Andreino Fabiani