La comunità di Casa Corvi a Pontremoli ha festeggiato con solennità il patrono San Genesio
Almeno due secoli prima che la parrocchia di Casa Corvi fosse indipendente dalla Pieve di Vignola, è documentato l’oratorio di San Genesio. È così che nonostante il patrono della comunità sia l’apostolo Bartolomeo, il paese da sempre vive la massima espressione di fede nel ricordo del martire Genesio.
Un tempo si svolgeva anche una grande sagra con annessa fiera e le giostre per i più giovani, adesso invece la festa è vissuta con le celebrazioni religiose che culminano nell’ultima domenica di agosto.
Quest’anno che il 25 agosto ricorreva proprio in domenica, la festa liturgica di San Genesio ha assunto ancora maggior solennità secondo il programma predisposto dal coparroco don Francesco Sordi. Partecipata da molte persone e rallegrata da diversi coristi è stata la S. Messa celebrata nel parco parrocchiale intitolato a don Pietro Piagneri (primo parroco di Casa Corvi).
Molto particolari le parole del celebrante sull’importanza del martirio e della santità. “I martiri – ha esordito don Francesco – non sono coloro che hanno cercato le disgrazie ma i testimoni della fede”. Coloro che “fino in fondo” sono rimasti uniti al Signore. La santità – ha quindi sottolineato don Francesco – è un dono che non dobbiamo sentire lontano da noi e che viene elargito attraverso i sacramenti che sono “il germe” che non deve chiudersi egoisticamente ma rendere testimonianza della bellezza dell’amore del Signore.
I santi – ha detto ancora don Francesco – sono come i fiori di un giardino: ogni fiore è diverso, ha un profumo e un colore, ma sono i tanti fiori che, nella loro varietà, rendono bello il giardino. I santi sono stati uomini e donne che, nonostante a volte abbiano vacillato, hanno riconosciuto e testimoniato che, se crediamo nel Signore, Lui supera le nostre debolezze e le trasforma in amore.
Quindi un riferimento di don Francesco alle immagini di San Genesio che si venerano a Casa Corvi. La maschera da attore non vuole essere un disprezzo alla vita precedente del santo ma sottolineare la forza della Pasqua. Una forza che scaturisce dalla Risurrezione del Cristo e che San Genesio ha sperimentato come conversione.
La “palma del martirio” invece è simbolo di abbandono alla vittoria di Dio che sconfigge il male. Anche oggi, oltre il male del mondo, celebrare la festa dei nostri patroni ci invita a osservare le tante persone “che fanno del bene” e che si spendono per annunciare la bontà di Dio: in questo modo la santità si rivolge a tutti e in ogni giorno della nostra vita. Nel pomeriggio al solenne canto dei vespri è seguita la storica processione che accompagna San Genesio ad “oltrepassare” i confini parrocchiali poiché si svolge anche oltre il torrente Betigna, che segna il confine tra Vignola e Casa Corvi.
Al rientro la benedizione dei lavori di restauro della parrocchiale che, grazie ad importanti interventi pittorici, ha dato all’aula liturgica un aspetto rinnovato e più ricco. Come sempre è importante sottolineare l’importanza di chi organizza la vita delle nostre comunità e dei parrocchiani che hanno condiviso, anche economicamente, l’iniziativa del restauro.
Fabio Venturini