
A Ponticello, venerdì 15 marzo, è stata proposta un’emozionante Via Crucis figurata nelle vie del paese. Tanta partecipazione all’iniziativa dell’Associazione “I mestieri nel borgo” e delle parrocchie della Valle del Caprio che ha visto il coinvolgimento di 40 figuranti.
Tante emozioni a Ponticello la sera di venerdì 15 marzo per la Via Crucis figurata, organizzata dall’Associazione “I mestieri nel borgo” e dalle Parrocchie della Valle del Caprio. Emozioni di quanti si sono prestati ad interpretare protagonisti e figuranti della riproposizione di uno dei momenti più drammatici della Passione di Gesù.
Ma anche le emozioni dei tanti che hanno partecipato lungo il percorso: perché anche se la giornata è stata caratterizzata da una pioggerella insistente e nuvole minacciose gravavano sulla serata, il paese di è riempito.
Così il clima piovoso e la pioggia rispettosa della celebrazione non hanno infastidito, anzi è diventata parte dell’ambientazione per una occasione che rimarrà certamente un ricordo indelebile e unico di una serata vissuta nell’assoluto silenzio e con grande partecipazione personale.
La celebrazione, guidata dal parroco don Mario e dal diacono Alcide, si è sviluppata lungo tutto il borgo di Ponticello, coinvolgendo quaranta figuranti (che hanno indossato i costumi che la comunità di Caprio è sempre pronta a fornire), numerosi lettori (che si sono succeduti lungo lo svolgersi delle Stazioni) e addetti alla logistica dell’evento (che nelle settimane precedenti hanno svolto un impegnativo lavoro di preparazione sia per la parte artistica che per le meditazioni preparate all’interno dei Gruppi di Ascolto della Parola delle parrocchie).
Perché – hanno sottolineato gli organizzatori – ciò che conta di più non è tanto raggiungere un obiettivo da soli, ma condividere il percorso con gli altri. “Lavorare insieme e fare comunità – hanno spiegato – permette di superare le sfide, crescere e rendere significativo il raggiungimento di un obiettivo”.
La celebrazione è partita da un piccolo giardino di ulivi dove avviene il tradimento di Giuda, per poi spostarsi nel borgo dove si sono svolte tutte le 14 stazioni.
Le scene proposte sono state: Gesù (che aveva il volto del villafranchese Diego Bergantini) nel sinedrio, Pilato e lo scambio con Barabba, il Cireneo che aiuta a portare la croce, l’incontro con le donne, la Crocifissione e il finale con la Madonna che sorregge Gesù morto e la deposizione nel sepolcro rappresentato da un portale che dalla piazza illuminata porta in un locale buio che attira a sé tutti gli ultimi figuranti presenti come se fosse un buco nero che ingloba tutto, anche la speranza.
(A. Mar.)
La Via Crucis: il più amato e diffuso rito
della Passione del Signore
Tra i vari esercizi con cui i fedeli venerano la Passione del Signore, il più amato e diffuso è indubbiamente la Via Crucis. I fedeli, attraverso questo pio esercizio, ripercorrono, con partecipe affetto, il tratto ultimo del cammino percorso da Gesù durante la sua vita terrena: dal Monte degli Ulivi, dove nel “podere chiamato Getsemani” (Mc 14, 32) il Signore fu “in preda all’angoscia” (Lc 22, 44), sino al Monte Calvario dove fu crocifisso tra due malfattori, al giardino dove fu deposto in un sepolcro nuovo, scavato nella roccia.
Testimonianza tangibile dell’amore nutrito dal popolo cristiano per questo pio esercizio sono le innumerevoli Via Crucis erette nelle chiese, nei santuari, nei chiostri e talvolta anche all’aperto, in campagna piuttosto che lungo la salita di una collina, alla quale le varie stazioni conferiscono una suggestiva fisionomia.
La Via Crucis costituisce la sintesi di varie devozioni sorte fin dall’alto Medioevo: il pellegrinaggio in Terra Santa, che permetteva ai fedeli di visitare con devozione i luoghi della Passione del Signore, la devozione alle “cadute di Cristo” sotto il peso della croce, la devozione ai “cammini dolorosi di Cristo”, che consisteva nell’incedere processionale da una chiesa all’altra in memoria dei percorsi compiuti da Cristo durante la Passione, la devozione alle “stazioni di Cristo”, cioè a quei momenti in cui Gesù ebbe a fermarsi lungo il cammino verso il Calvario poiché costretto dai carnefici, o stremato dalla fatica, o intento a stabilire un dialogo con gli uomini e le donne che assistono alla sua Passione.
Nella sua attuale forma, attestata già nella prima metà del secolo XVII, la Via Crucis, diffusa soprattutto grazie all’operato di San Leonardo da Porto Maurizio († 1751) ed approvata dalla Sede Apostolica che la arricchì di indulgenze, conta un totale di 14 stazioni. La Via Crucis è una via tracciata dallo Spirito Santo, fuoco divino che ardeva nel petto di Cristo e lo sospingeva verso il Calvario.
È una via amata dalla Chiesa, che ha conservato la memoria viva delle parole e degli avvenimenti degli ultimi giorni del suo Sposo e Signore. Nella Via Crucis confluiscono altresì varie espressioni della spiritualità cristiana: la vita cammino o pellegrinaggio, passaggio attraverso il mistero della Croce dall’esilio terreno alla patria celeste, il desiderio di conformarsi nell’intimo alla Passione di Cristo, le esigenze insite nella sequela Christi, per cui il discepolo deve camminare dietro il Maestro, portando quotidianamente la propria croce.
Tutto ciò rende in modo peculiare la Via Crucis un esercizio di pietà molto adatto al tempo di Quaresima, che può però accompagnare la vita del cristiano anche durante altri momenti dell’anno, in particolare nel giorno di venerdì.
Nel 2022 la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha pubblicato un “Direttorio su pietà popolare e liturgia”, volto a delineare “Principi e orientamenti” in materia, che così afferma nel primo punto: “Nell’assicurare l’incremento e la promozione della Liturgia, «culmine a cui tende l’azione della Chiesa e, insieme, fonte da cui promana tutta la sua virtù», questa Congregazione avverte la necessità che non siano trascurate altre forme di pietà del popolo cristiano e il loro fruttuoso apporto per vivere uniti a Cristo, nella Chiesa, secondo l’insegnamento del Concilio Vaticano II”.Don Fabio Arduino