
La desertificazione degli sportelli bancari colpisce anche la Lunigiana. Un processo indotto dai servizi telematici ma anche una precisa scelta aziendale, testimoniata dai dati su raccolta del risparmio e impieghi
La desertificazione bancaria colpisce duro anche nell’area apuana e lunigianese. E lascia senza sportelli soprattutto le aree più marginali. Sembra lontanissimo il 2011, l’anno in cui in provincia si raggiunse il record delle filiali bancarie, 114. A fine 2022, secondo la Camera di Commercio Toscana Nord-Ovest erano ridotte a 76, con 510 dipendenti, ma il 2023 ha visto altre chiusure, l’ultima delle quali è stata la filiale di Banca BPER a Monti di Licciana, lo scorso dicembre. Attualmente la banca più presente sul territorio lunigianese è Credit Agricole. Il gruppo francese, che ha nell’ex Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza il proprio centro nevralgico italiano, è presente in Lunigiana con 8 filiali nei comuni di Bagnone, Pontremoli, Fivizzano, Tresana, Aulla, Licciana Nardi e Villafranca, all’esterno delle quali un tempo facevano mostra di sé le insegne della Cassa di Risparmio della Spezia o di Firenze. Con 6 sportelli ciascuno sono presenti la Banca Popolare dell’Emilia-Romagna (Bper) e Monte dei Paschi di Siena. Bper è “erede” della rete di sportelli della Cassa di Risparmio di Carrara, che nel corso del processo di aggregazione bancaria degli ultimi 25 anni, dopo alcuni passaggi di mano, entrò dell’orbita di Cassa di Risparmio di Genova e, con questa denominazione, è stata assorbita dal gruppo modenese a inizio 2023. Bper è presente a Casola, Mulazzo, Pontremoli, Fosdinovo e Aulla. Montepaschi, avendo mantenuto il proprio marchio storico non ha bisogno di presentazioni; è presente a Pontremoli, Filattiera, Zeri, Villafranca, Aulla, Fivizzano.

A Pontremoli e Licciana è presente con una filiale per comune la ex Cassa di Risparmio di Lucca, ora Gruppo Banca Popolare di Milano, mentre Aulla ospita le filiali, una ciascuna, delle due più grandi banche nazionali Intesa San Paolo e Unicredit. Uscite di scena le filiali della Banca di Credito Cooperativo Versilia, Garfagnana e Lunigiana, il quadro bancario della vallata si completa con alcuni istituti di credito presenti non con sportelli e atm ma attraverso uffici finanziari. Sebbene in provincia solo i comuni di Podenzana e Comano siano privi di uno sportello di banca, secondo uno studio della First, il sindacato dei bancari della Cisl, che analizza numero dei comuni, popolazione, numero di imprese e superficie, Massa Carrara è la provincia toscana che presenta il più alto indice di desertificazione degli uffici di banca. La razionalizzazione delle filiali appare ineluttabile di fronte alla riduzione del ricorso agli sportelli da parte di cittadini e imprese per una serie rilevante di servizi. Secondo la Camera di Commercio Toscana Nord-Ovest nel periodo 2011-2019 le famiglie apuane e lunigianesi hanno aumentato l’utilizzo dell’home banking del 5,3%; i servizi telematici banca-impresa sono cresciuti nello stesso periodo del 2,8%, ma è facile immaginare quanto il ricorso ai servizi da remoto sia aumentato nei cinque anni successivi.
La prospettiva però cambia osservando il rapporto tra raccolta e impieghi. A fine 2022 – ultimo dato disponibile – il risparmio complessivo di imprese e famiglie della provincia di Massa-Carrara era di 7.328 milioni di euro, attribuibile per 5.248 milioni alle famiglie e per la restante parte alle imprese e suddiviso tra depositi bancari e postali di 4.868 milioni di euro e titoli a custodia o in gestione (la cosiddetta raccolta indiretta) di 2.460 milioni. Di quanto raccolto, tuttavia, solo 3.668 milioni (il 50%) sono prestati sul territorio: il 46% a favore di famiglie, il 10% a favore di piccole imprese, la parte rimanente a favore di imprese con più di 20 addetti. In sintesi, per le banche la provincia apuana e la Lunigiana sono soprattutto aree di raccolta. Un sistema creditizio totalmente privatizzato opera in una logica di mercato e ogni scelta strategica appare legittima, ma rimane un tema di responsabilità sociale nei confronti del territorio. Il sistema bancario italiano, che ha fatto oltre 20 miliardi di profitti in un solo anno grazie al rialzo dei tassi di interesse sembra essersi indirizzato solo verso i grandi flussi finanziari, disinteressandosi dei territori marginali, nei quali si è fortificato in oltre un secolo, e di chi lo abita. Perché tenere aperto uno sportello, con i relativi costi, per assistere la popolazione anziana che non ha confidenza con l’home banking ed affiancare le piccole imprese della periferia? Sotto questo profilo la desertificazione dei servizi bancari, più che ineluttabile, appare come l’ennesimo fattore di aumento delle disuguaglianze sociali e territoriali.
(Davide Tondani)