Un incontro a Terrarossa su Igino Cocchi scienziato e uomo di lettere

Il Comune di Licciana e il Centro di aggregazione culturale L’oasi della felicità, per dare risalto a Igino Cocchi (1827-1913), intellettuale e scienziato di Terrarossa, il 16 dicembre hanno organizzato un breve convegno, moderatrice Paola Fregosi, che ha portato nuovi contributi di studi.
In Archivio di Stato a Firenze Marco Angella ha consultato l’albero genealogico della famiglia: risulta che non aveva legami con Pontremoli, ma fu iscritta nel suo libro della nobiltà nel 1827 per gli utilissimi servizi fatti alla città da Giuseppe Cocchi.
Angella ha esposto il frutto analitico e oneroso delle sue ricerche, ha dato notizia della famiglia nei suoi 97 membri registrati dal 1460 venuti ad abitare a Terrarossa da Lusuolo e Riccò.
La storia dei Cocchi è stata da lui indicata attraverso i suoi più importanti membri; altre notizie sono in un suo articolo sulla rivista “Il Porticiollo” del settembre 2023, una sintesi è anche sul Corriere Apuano n. 42 del 4 novembre. Era presente l’ultima discendente di un fratello di Igino Cocchi.
La biografia di Igino è stata ricostruita da Antonio Pagani e ha dato risalto alla consistente mole delle sue pubblicazioni scientifiche di geologia e paleontologia (ha fatto uno studio anche sugli stretti di Giaredo sul Gordana).
Per lavoro Igino Cocchi arrivò nella Carelia russa e in Finlandia. Oltre alle miniere si interessò moltissimo allo studio della nazione uralofinnica, ne imparò la lingua e pubblicò in edizione completa nel 1909 i 50 runi del Kalevala, il grande poema epico finlandese di Elias Lönnrot, edito in tempi moderni nel 1849 per dare un mito fondatore della Finlandia, dal 1155 sottomessa alla Svezia, poi governatorato russo e sovietico, indipendente davvero solo dal 1989 con la caduta del muro di Berlino.
Kalevala è l’eroe della Lapponia del Nord che combatte e vince contro la padrona di Pohjola: il poema è una complessa rapsodia di canti e tradizioni popolari, di maghi e incantesimi, trasmessa solo a voce, nessun testo scritto nella lingua finnica dei lapponi o sami, una delle poche non indoeuropee.
Di tanta storia ha in breve parlato Maria Luisa Simoncelli.