Le tante sfide che pone l’Intelligenza Artificiale

A Massa un incontro promosso dall’Azione Cattolica diocesana

Quali saranno le conseguenze dell’Intelligenza Artificiale e delle nuove tecnologie digitali in genere? Che impatto avranno sulla vita degli individui e della società, sulla stabilità internazionale e sulla pace? Sono queste le provocazioni da cui è mosso l’incontro del 19 gennaio organizzato dall’Azione Cattolica diocesana nei locali della chiesa delle Villette a Massa.
Relatore è stato il professor Andrea Tomasi, ingegnere informatico che ha sottolineato l’importanza del tema scelto dal Papa nel messaggio per la Giornata della Pace, non tanto perché l’intelligenza artificiale sia una questione di “attualità” (“in realtà ha una lunga storia alle spalle, meno conosciuta al grande pubblico”) quanto perché “ci coinvolgerà sempre di più in futuro”.
“L’intelligenza artificiale – ha speigato – diventerà sempre più importante, ma le sfide che pone non sono solo tecniche, ma sono soprattutto di carattere antropologico, educativo, sociale e politico”. È innegabile dunque, ha proseguito, che l’intelligenza artificiale ponga una questione sull’essere umano, “non è un caso che il documento più citato dal messaggio sia la Laudato Sì e che lo stesso tema sarà oggetto del messaggio per la giornata delle comunicazioni sociali”.
Tornando al testo, Papa Francesco evidenzia luci ed ombre del mondo digitale. Se da un lato scrive che qualora “l’intelligenza artificiale fosse utilizzata per promuovere lo sviluppo umano integrale, potrebbe introdurre importanti innovazioni nell’agricoltura, nell’istruzione e nella cultura, un miglioramento del livello di vita di intere nazioni e popoli, la crescita della fraternità umana e dell’amicizia sociale” dall’altro il Papa non trascura alcuni rischi concreti, che hanno ricadute etiche importanti: “in futuro – si legge nel messaggio – l’affidabilità di chi richiede un mutuo, l’idoneità di un individuo ad un lavoro, la possibilità di recidiva di un condannato o il diritto a ricevere asilo politico o assistenza sociale potrebbero essere determinati da sistemi di intelligenza artificiale (…) gli errori sistemici possono facilmente moltiplicarsi, producendo non solo ingiustizie in singoli casi ma anche, per effetto domino, vere e proprie forme di disuguaglianza sociale”.
Su questa scia il professor Tomasi ha sottolineato che fondamentale sarà stabilire regole sul digitale che abbiamo una valenza internazionale. Altra importante sfida sarà quella di carattere educativo perché “non è sufficiente presumere un impegno etico da parte di chi progetta le tecnologie; ci vuole la promozione di un pensiero critico e di capacità di discernimento e questo è il compito degli organismi formativi”.
Sul tema delle disuguaglianze, invece, l’intelligenza artificiale accentuerà il problema in quanto “servono competenze per poter usare le nuove tecnologie”.
“La Chiesa italiana si è sempre interessata in anticipo, rispetto all’opinione pubblica, di tecnologia, basti pensare che nel 2000 si tenne il primo convegno su internet”, ha detto Tomasi, che poi ha concluso: “ anche in tema di digitale l’uomo deve essere al centro perché è l’uomo che realizza se stesso e valuta come la tecnologia possa essere funzionale alla sua realizzazione; come ricordano la Laudato sì, l’intelligenza artificiale deve essere rispettosa dell’uomo” che è unico ed irripetibile perché creato ad immagine e somiglianza di Dio.

Elisabetta Guenzi