
A Massa, nel pomeiggio di venerdì 2 febbraio, il vescovo Mario presiederà la S. Messa in Cattedrale
Venerdì 2 febbraio si celebra la 28.ma Giornata mondiale per la Vita Consacrata, dedicata ai consacrati e alle consacrate che con la loro scelta e testimonianza, sono inviati nel mondo per “brillare” della luce proviene dal Signore. Nella liturgia della Chiesa, infatti, centrale è la simbologia della luce, che rappresenta Cristo, luce per illuminare le genti.
In quel giorno il vescovo Mario in Cattedrale a Massa presiederà la celebrazione della S. Messa: l’appuntamento è alle ore 16.30 nelle Cappella delle Stimmate, per poi procedere in processione con le candele verso la celebrazione eucaristica delle ore 17.
Alcune religiose festeggeranno il traguardo dei 70 anni di professione religiosa: si tratta di Suor Irene Rossi e Suor Stefania Longo, della congregazione delle Suore Missionarie in via Parma a Massa.
“Le religiose rappresentano una risorsa significativa in diocesi – ha dichiarato don Ivo Ercolini, delegato per le religiose – perché essendo principalmente dedicate nelle attività scolastiche, svolgono un’opera di accompagnamento umano e spirituale nei confronti dei bambini e dei genitori per i quali il mondo della scuola è un ambiente fondamentale. Nella loro quotidianità le religiose riescono per esempio a stare accanto a molte famiglie, per il tramite dei bambini, spesso soccorrendo quelle ferite per una situazione di crisi o separazione oppure con la loro testimonianza nei confronti di coloro di quelle famiglie che professano un’altra religione”.

Le suore sono poi impegnate in diverse parrocchie nelle attività del catechismo, con una presenza a volte nascosta e discreta che può rimanere “nell’angolo”, ma che è fedele e costante. In questo anno pastorale inoltre le religiose si sono impegnate nell’ambito del Cammino sinodale.
Infatti il referente diocesano, don Maurizio Iandolo, negli incontri mensili di spiritualità nella chiesa del Casone a Marina di Massa, ha incontrato le religiose che nella preghiera e nel confronto dei gruppi hanno dato il loro contributo a questo progetto.
“Abbiamo deciso all’unanimità di fare questo cammino, vorremmo acquisire, rafforzare quello stile sinodale di Chiesa che tanto sta a cuore a papa Francesco”: così esordisce suor Fabiana delle religiose oblate di Santa Zita, che aggiunge: “Ascoltarci, parlare, confrontarsi per arrivare ad un pensiero condiviso sono le sole armi che abbiamo per sconfiggere le liti, gli scontri… ed anche le guerre, per tornare ad essere persone”.
Suor Fabiana spiega che le consorelle sono tutt’ora molto contente di aver condiviso con il vicario pastorale don Maurizio Iandolo questo percorso perchè che è arrivato il momento di impegnarsi in prima persona, se davvero si vogliono rapporti interpersonali “cristiani” e se davvero si vogliono intercettare coloro che sono lontani dalla chiesa.
“Non ci sono divergenze e lontananze insormontabili se davvero vogliamo costruire una società meno rissosa. Gli adulti, saldi nel loro credo religioso, possono benissimo cooperare per costruire un mondo migliore, ascoltandosi e rispettandosi reciprocamente. A loro si aggiungeranno I rispettivi figli, a loro volta divenuti adulti maturi consapevoli della propria identità religiosa”.
(P.C.)