Il primo giorno del trimestre dell’inverno ha lasciato stupiti tutti e persino gli ‘addetti ai lavori’ della meteo. La stagione si è fin da subito mostrata altalenante, come da previsioni: i saliscendi di temperatura, il mutare dei venti e il rapido passare dal cielo sereno al tempo perturbato erano stati messi in conto.
Proprio in corrispondenza del 1° dicembre, però, la sterzata temporanea – dal clima più freddo dei giorni precedenti a quello più mite atteso prima di ritornare a condizioni più consone all’inverno – ha fatto registrare caratteri totalmente insoliti.
Procedendo con ordine da dove si era rimasti con la cronaca, le schiarite ampie di martedì 28 non sono andate oltre la mattinata del 29, iniziata al cospetto del biancore di una discreta brinata e con temperature di -2/-3°C. Entro sera, lo spazio aereo lunigianese era già ricoperto di nuvole pronte a dispensare il loro contenuto.
Il trimestre autunnale, giovedì 30, si è congedato con pioviggine nella notte, divenuta pioggia debole/moderata intermittente fino a sera: fino a metà giornata, il ristagno di aria fredda e satura di umidità si è tipicamente unito a visibilità scarsa o al più mediocre, mentre nel pomeriggio e specialmente la sera, il levarsi di una sensibile ventilazione di ostro-scirocco ha dissipato gli strati più bassi, la foschia densa al limite della nebbia d’avvezione e sono rimasti i nembostrati intenti a far piovere.
La temperatura ha preso ad aumentare facendo segnare il valore massimo a tarda sera. Le correnti da S-SE, venerdì 1, hanno riportato la stagione indietro di due mesi: le temperature minime sono giunte a livelli pressoché ignoti nell’ultimo mese dell’anno, segnando valori fra 13 e persino 15-16°C a bassa quota!
Meno strabilianti i valori massimi, sui 16-17°C, comunque elevatissimi se si considera che si sono realizzati con cielo coperto, vento forte e pioggia anche intensa. In altre regioni e pure in qualche area della Toscana, laddove in giornata è uscito il sole, si sono viste temperature massime persino di 22-23°C (non favonici, bensì piuttosto umidi!), fatto senza precedenti per il mese di dicembre.
Le potenti raffiche di vento marino si sono gradualmente moderate sul finire della notte di sabato dopo aver infierito in Appennino e localmente soffiato con violenza anche a fondovalle. Con l’entrata di un libeccio più fresco e poi freddo, gli ultimi piovaschi con comparse di arcobaleni hanno indugiato quasi fino a mezzodì, mentre sui monti si posavano lievi spolverare di neve.
La temperatura massima è rimasta quella raggiunta nella notte perché nel primo pomeriggio, con il ricambio d’aria, si è avuto più freddo a dispetto del sole. La sera e la notte, ancora nevicate sulle Alpi Apuane fino a quota 700 m.
La pausa di sereno e di fredda e asciutta tramontana di domenica 3 non poteva che risultare assai gradita, tanto più che era già alle viste il nuovo episodio perturbato. Il 4, si è riproposto il copione del freddo stagnante dopo la nottata gelida e serena: rapida la copertura nuvolosa con cielo grigio uniforme “da neve”.
Pioggerella rigida e tramontana scura (neve oltre i 500 m nella valle del Verde) il prosieguo tra serata del 4 e notte del 5. Il riepilogo del mese di novembre sul prossimo numero.
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni