Non mancano radiose eccezioni, per fortuna, alla frequenza elevata con cui si presentano giorni così tetri da rendere arduo pensare che stia splendendo il sole oltre la coltre di strati nebbiosi e piovigginosi.
Nella settimana dal 5 all’11 dicembre, se ne è avuta una riprova a dir poco eclatante: il passaggio non è stato graduale, ma netto, quasi brutale, dal sereno limpido e dal cielo azzurro di domenica 10 all’atmosfera umida e buia di lunedì 11.
Il motivo di tale ribaltone è da ricercare nel flusso occidentale atlantico che ha pilotato, uno dietro l’altro, più fronti di modesta entità in transito sullo Stivale. Veloci, quindi, sono state le fasi prefrontali di nuvolosità in aumento con pioviggine o piogge deboli, ma di breve durata si sono rivelati pure gli ampi rasserenamenti, coincisi casualmente con il sabato mattina e pressoché tutta la domenica.
L’avvicendarsi dei fronti, infatti, più veloce proprio a cavallo dei giorni prefestivo e festivo, aveva riservato alla mattinata di sabato promettenti aperture, rimangiate dalle nuvole del pomeriggio e dalle pioggerelle della serata e di parte della notte di domenica.
L’aurora del 10, poi, si era distinta per il cielo terso e l’aria già piuttosto asciutta, mantenutosi l’uno e l’altra fino al crepuscolo prima che qualche cirro-spia osasse avanzare da ponente.
Il panorama del tutto diverso del lunedì mattina lo si è già rammentato, ma qualcosa di simile si era già sperimentato passando dal grigiore e dal freddo umido stagnante del 5 al tempo migliore (per quanto freddo, umido e, in aggiunta, anche nebbioso nel più basso fondovalle) del 6 e 7.
E non era finita, ché una dose di qualche mm d’acqua se l’è presa anche il giorno dell’Immacolata, trascorso in modalità che definire uggiosa sarebbe forse più simile ad un complimento. Sia il 5, a quote fino ai 500-600 m nella valle del Verde, che l’8, al di sopra dei 900 m, è caduta la neve sui rilievi circostanti.
Le successive precipitazioni tra il 9 e il 10 e di lunedì 11, complice l’aria più mite affluita, non hanno recato altri fiocchi neppure sugli alti crinali, dove il manto bianco accumulatosi nei giorni scorsi ha fatto presto ad andare in crisi.
Le prospettive, adesso, sono di una settimana all’insegna della stabilità, ma non è dato sapere se potrà arrivare a Natale.
Intanto, c’è ancora da stilare un sintetico rapporto su novembre. Il mese che chiude il trimestre autunnale, pur in maniera meno netta, si è accodato ai suoi compari settembre e ottobre chiudendo in surplus termico.
Non gran cosa, solo pochi decimi sopra norma, con valori medi risultati di 9,5°C a Pontremoli-Verdeno e di 9,9°C a Villafranca-Ghiaione: ciò è bastato, comunque, a sancire la stagione autunnale più tiepida in gran parte del centro-nord Italia scavalcando quella del 2014 oppure, a seconda dei luoghi, quella del 2018.
Le piogge, più abbondanti nella prima parte del mese, non hanno mancato di dare un ritocco nel finale. I giorni piovosi si sono avvicinati alla climatologia, mentre i quantitativi, in alta Lunigiana, hanno ecceduto la norma di un buon 20-30%.
I pluviometri hanno raccolto 308,0 mm a Pontremoli, 346,4 a Villafranca, 199,8 a Gragnola e 179,0 a Massa. Nuvolosità ed eliofania sono state fedeli ai canoni novembrini.
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni