I menhir della Lunigiana visti da artisti contemporanei
Nel castello del Piagnaro di Pontremoli, all’interno della cappella che si affaccia sul primo cortile, una mostra di opere grafiche è dedicata alle Statue Stele Lunigianesi “custodi di strade e guadi”, curata da Marco Fiori e da Marzio Dall’Acqua.
Promossa dal direttore del Museo, Angelo Ghiretti, la mostra è nata quasi per caso, frutto della visita alla collezione delle statue stele effettuata nel novembre dello scorso anno dai due curatori: “rare volte mi è capitato di provare una così gradevole impressione davanti a opere preistoriche – spiega Marco Fiori nell’introduzione al catalogo – un’atmosfera perfetta per le stele, appena bagnate da luci sapienti e suggestive. A metà della visita non mi trattenni dal dire che quelle opere potevano affascinare artisti contemporanei e Ghiretti mi disse che anche Henry Moore nel 1980, trovandosi a Firenze, era venuto a Pontremoli per vederle”.
Da lì è nato il percorso che, nel breve volgere di pochi mesi, ha portato alcune decine di aderenti all’Associazione Liberi Incisori a cimentarsi con la riproposizione in chiave contemporanea di quegli “idoli di pietra” che da mezzo secolo si mostrano, apparentemente immutabili, al pubblico nell’antica fortificazione pontremolese.
Il percorso espositivo, visitabile fino al 3 dicembre negli orari di apertura del museo, propone settatandue opere calcografiche e xilografiche frutto dell’impegno e della creatività di un nutrito gruppo di artisti che hanno aderito con entusiasmo all’invito di “confrontarsi” con i menhir della Lunigiana e con il percorso espositivo progettato dall’arch. Guido Canali di Parma.
Opere che collocano le statue stele in luoghi, spazi e tempi diversi, i più vari, di un passato remoto e ignoto quanto di un presente tangibile, ma anche di un futuro impossibile da delineare, ma dove è facile immaginarle ancora guardiani di passi, guadi e coltivi.
Nella mostra ci si trova così davanti alle più diverse raffigurazioni di questi reperti che arrivano dai millenni passati: realistiche e vicine al nostro immaginario oppure quasi trasfigurate in quelle forme e funzioni che solo l’artista sa immaginare.
(p.biss.)