Con l’intervento ad Aulla di Adriano Fabris è iniziato l’anno accademico della Scuola diocesana di formazione teologico-pastorale “San Francesco Fogolla”
La Sala delle Muse ad Aulla è stata la bella cornice che ha ospitato l’inaugurazione dell’anno accademico della Scuola diocesana di formazione teologico-pastorale “san Francesco Fogolla”, alla presenza di mons. Mario Vaccari, che nella scorsa estate ha assunto il ruolo di preside, e di alcuni rappresentanti delle istituzioni: il sindaco di Aulla, Roberto Valettini, la vicepresidente della Provincia di Massa Carrara, Elisabetta Sordi, il delegato dell’Ufficio Scolastico Territoriale, Vincenzo Genovese.
Ospite d’eccezione per il dies academicus è stato Adriano Fabris, docente ordinario di Filosofia morale all’Università di Pisa, membro di diversi boards di Comitati, Istituti accademici e di riviste specialistiche in ambito filosofico e teologico, che ha svolto una prolusione dal titolo: “la fede scomparsa, cristianesimo e problema del credere”. Riprendendo le considerazioni della sua ultima pubblicazione, il prof. Fabris ha evidenziato come il fatto della fede arranchi nella cultura occidentale, soprattutto europea e italiana, a fronte di una indagine che mostra l’aumento del numero dei cattolici in Africa e in Asia. La conseguenza sotto gli occhi di tutti è la presenza di un cristianesimo debole, che si affida al “fai da te”, senza un rapporto costruttivo con l’autorità istituita, ma per certi aspetti sembra cedere il passo al sincretismo e alla perdita di identità.
Senza dubbio la fede non è scomparsa, ma utilizzando la metafora dei fenomeni geologici del carsismo, la fede si nasconde dietro quella che può essere definita la credenza, intesa come atteggiamento di colui che pone la sua fiducia in una realtà che reputa vera, sia essa la scienza oppure la tecnica. Vivendo in un mondo fatto di dati e realtà oggettive, credere è qualcosa che apre a delle possibilità future, perché come dice il Vangelo la fede è capace di spostare le montagne.
“Se noi vogliamo recuperare un impatto della fede per noi oggi – ha spiegato Fabris – abbiamo tanti concorrenti dal punto di vista della scienza oppure della tecnica, ma che forniscono un dato di fatto e poi si fermano. Ci sono però delle possibilità, che appaiono irrealizzabili apparentemente, che aprono a nuovi significati, a nuove narrazioni e ad un futuro che è quello che rende possibile: questa cosa si chiama fede”.
In questo senso l’opportunità offerta dalla Scuola teologica permette a chi frequenta di mantenere viva l’esperienza di fede e di attingere al patrimonio teologico, culturale ed etico che la Chiesa ha custodito per oltre 2000 anni. Recuperare e rinnovare una identità, quella cristiana, è una strada che vale la pena di percorrere, non per rivendicare radici storiche e culturali del passato in modo polemico, ma per costruire una narrazione di fede che sia capace di argomentare, di appoggiarsi anche alla ragione, per una comunità dei credenti che è sempre più minoranza nel mondo contemporaneo, ma animata dalla speranza nel Signore Gesù crocifisso, morto e risorto.
All’evento inaugurale è seguito nelle classi degli studenti un gesto semplice ma significativo, rappresentato dalla elezione dei rappresentanti nel Consiglio di Presidenza della Scuola. Risultano eletti la studentessa Veronica Alibani per la sede di Avenza, e lo studente Edoardo Di Virgilio per la sede di Aulla.
(df)