La “Canossa 2” non è una stele bensì una formazione naturale

Geologi e archeologi concordato: “Uno scherzo che la natura ci ha fatto”

Un’immagine della presunta stele “Canossa 2” che in realtà sarebbe una formazione rocciosa naturale con solo una singolare somiglianzacon le stele
Un’immagine della presunta stele “Canossa 2” che in realtà sarebbe una formazione rocciosa naturale con solo una singolare somiglianza
con le stele

La Statua Stele “Canossa 2”, presunta scultura mai completata e censita con il n. 50 nel catalogo dei menhir lunigianesi è in realtà una formazione rocciosa naturale. L’annuncio, a sorpresa, è arrivato sabato pomeriggio dalla dott.ssa Marta Colombo, ispettrice della Soprintendenza di Lucca e Massa Carrara, durante la conferenza di apertura del nuovo anno accademico dell’Università delle Tre Età “Pontremoli – Lunigiana”.

Tra gli esempi portati nella sua riflessione sui beni culturali della Lunigiana la dott.ssa Colombo ha infatti mostrato anche alcune immagini del masso scoperto il 10 agosto 1976 da Augusto Trombella all’interno di un castagneto a valle dell’abitato di Canossa, all’estremità meridionale del territorio comunale di Mulazzo. Come ha spiegato la funzionaria della Soprintendenza, recenti sopralluoghi e scavi alla presenza di archeologi e geologi hanno portato alla conclusione che quella che sembrava essere una testa di statua stele del gruppo B è in realtà uno “scherzo” della natura. Il perimetro arrotondato, gli ipotetici segni di lavorazione, la presunta asportazione della pietra per realizzare il collo… tutta opera degli agenti atmosferici su una roccia che, per formazione geologica, è predisposta a sgretolarsi in forme arrotondate.

Un’immagine della presunta stele “Canossa 2” che in realtà sarebbe una formazione rocciosa naturale con solo una singolare somiglianzacon le stele
Un’immagine della presunta stele “Canossa 2” che in realtà sarebbe una formazione rocciosa naturale con solo una singolare somiglianza
con le stele

La scoperta del “falso di natura” è stata favorita proprio dal distacco recente di una porzione laterale di quello che sembrava la tipica testa dei nostri menhir nella forma del “cappello di gendarme”. Insomma ora non ci sono dubbi: quello nel castagneto è un masso naturale e non una statua stele. La storia del ritrovamento e la descrizione del “reperto” erano state illustrate da Augusto Cesare Ambrosi e da Germano Cavalli pochi mesi dopo il ritrovamento e pubblicati sul volume 6-7 di “Studi Lunigianesi”, la rivista dell’associazione “Manfredo Giuliani”. Nell’articolo la statua stele “in costruzione” viene definita “presunta”, tuttavia lo studio di quello che sembrava opera dell’uomo preistorico che viveva in Lunigiana aveva spinto i due studiosi, pur nell’incertezza, a propendere per un reperto in fase di realizzazione da un masso erratico che emergeva dal terreno. Fino a presumere di trovarsi di fronte ad una delle “officine” preistoriche dove le statue stele venivano scolpite: un’ipotesi affascinante, che ora tuttavia è tramontata. Pur nella difficoltà di individuarlo, in molti si erano avventurati nel bosco del groppolese per ammirare il masso, auspicando che prima o poi potesse essere aggiunto alla collezione esposta nel museo delle Statue Stele Lunigianesi al castello del Piagnaro.

Il dott. Angelo Ghiretti, direttore del Museo delle Statue Stele Lunigianesi
Il dott. Angelo Ghiretti, direttore del Museo delle Statue Stele Lunigianesi

“La notizia è importante – ci ha spiegato il dott. Angelo Ghiretti, direttore del Museo – e deriva dallo scavo archeologico che abbiamo realizzato nel sito nella prima settimana di ottobre. Una campagna di scavo che ci ha permesso di esaminare il blocco di arenaria che si è rivelato essere un masso di scarsa qualità, spaccato in più punti, con molte vene, che mai sarebbe stato scelto per la realizzazione di una statua stele”. “La materia prima, infatti, veniva scelta con cura – ha precisato Ghiretti – perché le sculture erano realizzate perché durassero nel tempo e il blocco che abbiamo esaminato quelle caratteristiche non le ha”. Inoltre attorno ad esso non è stato trovato alcun reperto che dimostri la frequentazione del luogo in epoca preistorica. Con la dott.ssa Colombo e il dott. Ghiretti nel gruppo che ha esaminato quella che si pensava essere una testa di statua stele era anche il prof. Giovanni Boschian, geologo dell’Università di Pisa che ha definito quando si sono trovati di fronte “uno scherzo che la natura ci ha fatto”.

Paolo Bissoli