Il commiato di agosto e del trimestre dell’estate è avvenuto in condizioni atmosferiche variabili con residua instabilità dopo il consistente apporto di piogge occorso tra domenica 27 e lunedì 28. Se i rovesci temporaleschi del 27 agosto si erano distribuiti soprattutto fra alta Lunigiana e destra idrografica Magra, il peggioramento di lunedì 28 è stato più generale e più durature le precipitazioni.
Lungo una striscia di territorio compresa fra lo spartiacque Vara-Magra dal Mulazzese fino ai confinanti comuni liguri di Santo Stefano e Sarzana, i pluviometri hanno raccolto anche più di 150 mm: Più all’interno, specie a monte di Comano e di Fivizzano, il conto finale è risultato più modesto, rimpinguato parzialmente a fine evento da una ‘ritornante’ da NE una volta instauratesi le correnti di tramontana.
Altri piovaschi il 29 e il 31 e, più consistenti, il 30 (in tale data anche in prossimità della fascia litoranea), hanno sancito totali degni di un agosto piovoso, anche se concentrati, in molti casi, in pochi giorni della prima e della terza decade.
Migliore distribuzione delle idrometeore si è avuta dove qualcosa è venuto anche coi temporali pomeridiani della seconda decade. Nelle stazioni del nostro ‘campione’ storico, queste le cifre: 123,8 mm a Pontremoli (quasi il 50% in più della norma), 143,8 a Villafranca (surplus dell’80%), 62,2 a Gragnola (qui un lieve deficit, -5%) e 102,6 mm a Massa, quasi il doppio del totale normale.
Rispetto allo scorso anno, un’estate meno siccitosa, grazie al buon apporto iniziale di giugno, anche se i periodi con precipitazioni assenti o minime e poco efficaci non sono mancati, segnatamente in luglio.
Quanto al capitolo temperature, il 2023, pur non giungendo ai livelli del 2003 e del 2022, non ha lesinato il caldo che, del resto, continuerà ad offrire senza risparmio in questa primo avvio del trimestre autunnale. Agosto ha dimostrato, se ancora ve ne fosse bisogno, che è tramontata l’era del graduale calo già dal 20 del mese: anzi, arrivati alla terza decade, si è imposta senza pietà la fase più torrida non solo agostana, ma di tutta l’estate per le regioni centro-settentrionali italiane.
Il fresco della prima decade – opportuno intervallo che ha dato sollievo dalla calura di luglio e predisposto ad affrontare l’assalto della rediviva, finale canicola – e quello degli ultimi giorni di agosto hanno tenuto a bada la media mensile (23,0°C a Pontremoli), che ha comunque potuto insediarsi al settimo posto nella classifica dei mesi d’agosto più ardenti rimanendo superiore alla norma 1991-2020 (21,8°C) di 1,2°C.
La stagione estiva nel complesso, invece (trimestre 1° giugno – 31 agosto), si è guadagnata la quinta posizione dopo 2003, 2022, 2015 e 2019: scendono così al sesto posto l’estate del 2018 e al settimo quella del 2017. Come più volte osservato, le calde estati della metà del secolo scorso, frequenti tra il 1943 e il 1952, tutte in posizioni dominanti fino ai primi anni del XXI secolo, hanno man mano perduto le posizioni di vertice che detenevano e che le vedevano mescolarsi alle estati del 1982, ‘83, ‘94, ’98 prima che si instaurasse il… ‘nuovo corso’ a partire dal 2003.
Settembre si è avviato, per la festa di S. Terenziano, con tempo gradevole, fresco, fra nubi di passaggio per lo più alte e sottili e con modesto sviluppo di cumuli pomeridiani. A seguire, la nuova vampata dell’anticiclone africano ha presto riportato temperature superiori alla norma, fino a 6-7°C in più nei valori massimi.
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni