Il titolo per la cronaca meteo della scorsa settimana si è rivelato profetico. E dire che, di fronte alle analisi che davano il ritorno del bello e del caldo dopo pochi giorni di pioggia, lo si era scelto nella speranza di essere sbugiardati!
Invece solo qualche ‘mattana’ settembrina, ovvero burrasche minimali in corrispondenza dell’equinozio (solo localmente più tempestose e dannose), e a seguire ecco il ristabilimento delle condizioni anticicloniche della prima metà del mese con una prospettiva del loro perdurare fino ai primi giorni di ottobre.
Le giornate ora variabili, ora instabili e ora più perturbate da 19 al 23 non hanno recato tutta l’acqua che avevano pronosticato i modelli di previsione. Il 19 e il 20 non si è andati oltre piovaschi e pioggerelle. Il 21, quando venivano già messi in conto rovesci consistenti, è soltanto piovuto per qualche ora in più, ma con precipitazioni ancora deboli o al massimo moderate come intensità.
La vigilia dell’equinozio, venerdì 22, si è assistito a cielo più imbronciato e senza sole e a piogge più abbondanti, tuttavia non sono stati raggiunti i paventati apporti a tre cifre, riversati invece dai sistemi convettivi rigeneranti sui bacini liguri centro-orientali fino al margine ovest di quello del fiume Magra, maggiormente ‘preso’, perciò, nell’alta Val di Vara.
Decine di mm sono scesi dal cielo dallo Zerasco alle Alpi Apuane e i terreni assetati hanno bevuto la solenne annaffiata con ingordigia.
A metà mattina, non sono mancati tuoni e scariche elettriche, ma il temporale ha imperversato con violenza in aree circoscritte. La pioggia ha toccato punte di nubifragio sia intorno alle 10-11 che all’ora di pranzo e nel primissimo pomeriggio prima di quietarsi in tutte le nostre convalli.
Sono caduti dai 50 ai 60 mm fra Pontremoli e Villafranca, 76,6 mm a Gragnola, mentre poco è piovuto lungo la costa, specie nella zona di Massa.
L’aria molto mite e umida si è fatta sentire perché, a dispetto del calo della temperatura massima, una volta indebolitosi il vento – che aveva soffiato gagliardo in mattinata – la pressione del vapore acqueo è emersa nelle ore pomeridiane e serali, pur prive di sole, fino alla soglia minima del disagio bioclimatico.
Lievemente più fresco si è rivelato il libeccio di sabato 23, quando non si è notato alcun fenomeno post-frontale e c’è stata una sorprendente prevalenza di schiarite, specie nel pomeriggio, mentre in altre regioni i temporali, le grandinate e i venti vorticosi davano il colpo di coda finale.
L’appuntamento con la ripresa del tempo stabile, d’altro canto, non è andata delusa domenica, dominata dalla tramontana e dal cielo limpido con un orizzonte punteggiato di cumuli sparsi, infoltitisi per poco nel pomeriggio.
La serenità ha dominato costante lunedì 25, dalla nottata assai fresca, ed è proseguita martedì 26, benché risultino evidenti i segnali dell’espansione anticiclonica di matrice africana: nonostante la spinta dell’alta pressione richiami vento da Nord, infatti, martedì l’atmosfera risultava già un tantino più opaca rispetto alla nitidezza che ancora mostrava il giorno precedente.
A dispetto dell’aumento della temperatura, l’aria è divenuta meno asciutta a riprova di quanto detto sopra. La minima, laddove il vento ha soffiato anche la notte, ha subito infatti un netto aumento di 8-10°C.
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni