A Montereggio si è parlato della fatica e la responsabilità del giornalista

Fine settimana di incontri alla Festa del Libro di Montereggio. Domenica serata con Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera. La moltiplicazione degli strumenti di informazione e la necessità di scegliere

L’identità di Montereggio paese di librai e di libri è stata di nuovo confermata nelle tre giornate della Festa del libro del 28-30 luglio.
Hanno offerto occasione culturale scrittori (Ale Puro, Matteo Manzini, Carlo Vanoni, Danilo Taino, Agnese Pini) e il giornalista Luciano Fontana, dal 2015 direttore del Corriere della Sera. Per la prima volta ha camminato sui nostri sentieri restandone ammirato.
È stato molto piacevole il suo conversare sul buon giornalismo. Ogni giorno per far uscire un giornale ci vuole molto lavoro di molte persone. Sgranare sotto le dita le pagine di carta rimane il principale fascino del giornale, oggi però gli strumenti dell’informazione si sono moltiplicati con l’inevitabile validissimo uso dei canali informatici, delle fonti digitali.
Sono fittissime le notizie comunicate alla redazione, in media una diecina al minuto e su canali informativi di varia tecnologia.
Il giornalista responsabile è chiamato sempre di più a scegliere e valutare questa immensità di fonti, a verificarne l’attendibilità, a confrontare le fonti, a distinguere il vero dal falso diffuso a fini di potere politici ed economici.
Un dire comune è che il giornalista esercita il “quarto potere” dello Stato liberale, dopo i tre indicati da Montesquieu (esecutivo, legislativo, giudiziario che fra loro devono sempre rimanere autonomi).
Il “Corriere”, principale quotidiano italiano, è stato presentato nel suo lavoro di ogni giorno, dalle sei a mezzanotte. Lavoro individuale e di gruppo secondo le redazioni dei settori, che informano su temi specifici a cui la testata si richiama, oppure parlano delle molteplici, generali realtà di giornata.
Gli italiani, ma non cambia molto negli altri paesi, leggono le pagine della politica, ma è la cronaca nera ad avere il primo posto. Anche per sollecitazione di lettori al Corriere fu aperta una rubrica di buone notizie, ma era letta da pochi e fu abbandonata. Un giornale nasce in un luogo ma è dilatato sul pianeta col lavoro degli inviati, con la collaborazione delle istituzioni, agenzie di stampa; questo dà garanzia che quello che leggiamo è stato vagliato con consapevole e puntuale impegno.
Un buon giornalista è fedele al dovere di parlare da persona libera da compromissioni con interessi politici, economici o di carriera: oggi con la massiccia divulgazione di false notizie la scelta e la verifica dell’attendibilità è sempre più complicata, comunque si fanno buoni giornali grazie a giornalisti preparati, consapevoli, che leggono, studiano, riflettono con mente aperta.
Il sindaco di Mulazzo ha chiesto del giornalismo di guerra e Fontana ha ricordato Maria Grazia Cutuli giornalista del Corriere uccisa in Afganistan, con preoccupazione segue il lavoro degli inviati al fronte, ma confida nella loro particolare esperienza e precauzione, sanno come operare e li accompagnano misure protettive materiali e giuridiche.
Sollecitato a parlare di politica e della nuova maggioranza di destra, il direttore ritiene che durerà al governo per la legislatura intera, non ripetibile pare ogni esperimento delle ultime disomogenee coalizioni e poi rimane la mancanza di un’opposizione alternativa con progetti chiari e condivisi.
Ha chiuso l’incontro molto apprezzato per la chiarezza e l’organica capacità di argomentare la presentazione del progetto “Dopo di noi” per dare cura a persone disabili quando non ci sarà più il sostegno della famiglia: non l’istituto ma una casa abitabile: a Villafranca ne è pronta una bella per cinque persone, lo ha annunciato il presidente Paolo Bestazzoni. La Lunigiana del cuore e del sociale accanto a quella dei libri fanno un bel insieme.

Maria Luisa Simoncelli