
A Pieve San Lorenzo

Sabato primo luglio, nell’ambito delle conferenze a Pieve San Lorenzo, l’arch. Stefano Calabretta presentava la relatrice Anna Nancy come esperta in particolare dello studio sulla necropoli di Genicciola a Montedivalli, nel comune di Podenzana, ai confini con la Val di Vara.
La relatrice ha fatto cenno ai molteplici interventi sul sito, scoperto alla fine del XIX secolo, in seguito a una leggenda che nella località si trovasse una corona d’oro. Dopo la scoperta del sito necrologico, vi hanno lavorato Paolo Podestà e Germano Clerici ed i reperti sono stati portati nei musei etnografici di Reggio Emilia e nel museo del castello di San Giorgio alla Spezia.
Si sono avuti altri scavi all’inizio del XX secolo che non seguivano le tecniche moderne per cui il sito è stato alterato e i reperti vanno ricomposti. Nelle cassette databili tra V e I secolo avanti Cristo si sono rinvenute suppellettili funebri che rimandano a dei catafalchi per sostenere il defunto, vasi cinerari e vasi per unguenti, frecce, lance, fibule.
Ora il sito ha una conformità a gradoni partendo da un piccolo pianoro, si scede con una struttura in pietra fino alla struttura cineraria. Partendo da quanto rinvenuto nel sito, la prof.ssa Nancy ha sottolineato l’evoluzione avuta nei riti ed in particolare l’evoluzione del letto dove veniva deposto il defunto.
Personaggi importanti, come Cesare o l’imperatore Augusto, potevano giacere su struttura composte persino da avorio con ornamenti personalizzati mentre chi non aveva possibilità economiche veniva adagiato su strutture in legno. Nei rinvenimenti che datano attorno al primo secolo dopo Cristo si trovano influenze macedoni e sempre di più vi è una contaminazione di usanze funebri provenienti da tutto l’impero.
La prof.ssa sottolineava anche l’importanza di reperti che datano in Lunigiana armi del periodo del ferro. Le ceramiche hanno un’evoluzione da fattura ligure a romana. Frequente l’uso delle ossa per formare la struttura portante, talvolta rafforzate con inserimento di tondini in ferro.
Le raffigurazioni agli estremi del letto potevano raffigurare Ercole e Dionisio con un richiamo all’epicureismo: goditi la vita fin che puoi, perché prima o poi finirà. Curiosa la presenza di pupazzetti a forma di scheletro con la scritta “eufrosios” il nostro “stai allegro”.
Corrado Leoni