Anche gli Scout hanno ripreso in pieno dopo la pandemia

A colloquio con Cristina Felini e Alessia Curadini a capo dei rispettivi reparti pontremolesi, pronti alle attività estive

La pandemia ha colpito duramente la realtà dello scoutismo pontremolese, che ha sempre fatto del contatto fisico e delle attività in presenza la condizione sine qua non. Eppure, l’associazione ha saputo reinventarsi e adattarsi ai tempi, lavorando a distanza e con tutte le restrizioni del caso.

Il peggio è passato e oggi, a tre anni di distanza, Cristina Felini e Alessia Curadini, rispettivamente a capo dei reparti “Pontremoli 1” e “Pontremoli 2”, tirano le somme dell’anno appena trascorso, parlando di uno scoutismo che ha saputo mettersi al riparo dalla tempesta, sfruttandola anzi per trovare nuovi spunti e nuove modalità organizzative, senza mai perdere il proprio DNA. “Dopo la pandemia abbiamo riscontrato un calo delle presenze”, dice Felini parlando del proprio gruppo. Un calo che, nonostante riguardi Pontremoli in generale, è avvertito dal “Pontremoli 1” più in particolare: “tra i più piccoli, abbiamo un branco molto ristretto, circa quindici bambini. Quest’anno non è stata fatta nemmeno la lista d’attesa per entrare: non era mai successo gli scorsi anni”. Secondo Cristina, le cause vanno rintracciate sia nel fatto che “all’apertura dell’anno scout non c’era più il Covid, ma venivamo da due anni e mezzo di pandemia e quindi ricominciare era difficile, soprattutto per i più piccoli”, sia in una problematica propria del gruppo “Pontremoli 1”, ovvero che “molti dei più giovani non sono di Pontremoli e venendo da fuori è più difficile tenerli”.

Anche Alessia Curadini parla dei problemi numerici, seppur minori, che hanno colpito il proprio gruppo, il “Pontremoli 2”: “è il primo anno in cui abbiamo ripreso in piena normalità le attività e, nonostante numericamente non siamo scesi sensibilmente, non abbiamo riscontrato nemmeno grandi perdite. Probabilmente l’offerta educativa dello scoutismo è stata un supporto che, nel tempo, ha dato i suoi frutti: le famiglie hanno trovato una spalla nelle attività che non abbiamo mai interrotto”. Un fenomeno interessante è un “calo dei maschi” tra i più piccoli, che, spiega Curadini, “potrà creare qualche problema in futuro, nonostante sia un fenomeno che va a ondate”. D’altronde, per capire il reale impatto della pandemia, bisognerà aspettare qualche anno: è ancora presto per disegnare qualsiasi tendenza “post-Covid”.

Parlando delle iniziative più generali, c’è grande attesa per il 25° Jemburee mondiale dello scoutismo, evento internazionale che riunisce decine di migliaia di giovani scout, che si terrà nelle prime due settimane di agosto in Corea del Sud e che vedrà la partecipazione (anche grazie al “grande sforzo” dell’associazione) di Geminiano Bertocchi e Giulia Bola, rispettivamente capo e giovane scout del gruppo “Pontremoli 2”. Curadini, inoltre, ricorda l’importanza della Festa del volontariato, tenutasi il 10 giugno a Pontremoli: “è stato un modo per metterci in vetrina, perché continuiamo ad avere un problema di capi in servizio e speriamo che qualcuno possa essersi interessato allo scoutismo”. Proseguono, intanto, i preparativi per le attività estive di ogni branca. Lupetti e Coccinelle (dagli 8 agli 11 anni) sono pronti per le vacanze di branco: a Rovinaglia, Parma, il branco del “Pontremoli 1” e sull’Appennino Tosco-Emiliano i ragazzi del “Pontremoli 2”. I Reparti di ogni gruppo (dai 12 ai 15 anni), invece, si preparano al tradizionale campo estivo con pernottamento in tenda, quest’anno a Groppo del Vescovo (Pontremoli 1) e a Lusignana (Pontremoli 2). I rispettivi Clan (dai 16 anni in su) hanno in programma l’annuale route: in Val di Fassa il Clan del “Pontremoli 1”, alle Tre Cime di Lavaredo il Clan del “Pontremoli 2”. Insomma, lo scoutismo pontremolese è tornato in forma: colpito, sì, dalla pandemia, ma arricchito, perché scosso alle fondamenta e obbligato a sperimentare nuove modalità. E da settembre si comincerà a pensare al prossimo anno scout e al futuro dell’Associazione.

Andrea Mori