La nuova unità pastorale di Carrara Centro è nata sotto la protezione di San Ceccardo, Vescovo e martire
Durante la Messa in onore del patrono di Carrara, mons. Mario Vaccari ha reso noto il nome del parroco moderatore dell’unità pastorale che coinvolge le comunità di San Francesco, San Giacomo, Sant’Andrea e il Santuario della Madonna del Carmine.
È don Piero Albanesi: opererà con gli altri parroci “in solido” don Cesare Cappè, don Mario Tucci, padre Luigi Sparapani e padre Giovanni Albanese. Tale nomina determina ulteriori spostamenti nel vicariato di Carrara: la parrocchia Madonna del Cavatore (Bonascola), sarà affidata a don Leonardo Biancalani, mentre la parrocchia Cuore Immacolato di Maria (Fossone) sarà curata pastoralmente dai Missionari di Maria.
Con tempi e modalità ancora da stabilire, nasceranno, poi, altre due unità pastorali: una per le comunità di Bonascola, Nazzano e Perticata, l’altra per Fossone e la Covetta.
Quanto emerso sul piano pastorale dalla funzione di venerdì 16 giugno è, dunque, un fatto che segna un significativo passo in avanti nella riorganizzazione del territorio diocesano.
A ricordare chi era San Ceccardo e a chiarire in che senso egli possa essere guida delle comunità apuane in questo tempo di rinnovamento è stato il vescovo Mario. “Oggi, ha spiegato nell’omelia, si celebra un martire dei primi secoli della Chiesa, un grande uomo e Vescovo che ha preso come modello il Buon Pastore, il quale conosce le sue pecore e offre la sua vita per loro […] Se anche noi viviamo la nostra vita come qualcosa di gratuito e la ridoniamo agli altri, diventiamo una forza che può sconfiggere la violenza e la collera”.
Sul tema della resistenza di fronte alle difficoltà, fra’ Mario ha commentato il passo proclamato della Seconda lettera ai Corinzi, nella quale l’Apostolo delle Genti spiega come i cristiani debbano vivere le sfide della vita. “Paolo ci dice che… essere perseveranti vuol dire durare nella prova, anche se le forze vengono meno. […] . La lotta che la vita ci fa fare, talvolta, contro malattie o guerre, da una parte ci fa ‘provare la nostra morte’, perché ci pare di soccombere, ma nello stesso tempo ci fa ‘provare la vita’. Questo è il mistero della morte e resurrezione di Gesù”.
Un ruolo fondamentale nella realizzazione delle unità pastorali, ha anche sottolineato mons. Vaccari, deve essere riservato ai laici, chiamati a cooperare con gli ordinati.
Lo ha ribadito anche don Piero Albanesi, affermando: “Qualcuno mi dice di sperare che io sia illuminato dall’alto, ed è giusto, però io spero anche che ci sia una terra buona dove far nascere nuove realtà. Il sacerdote può essere ‘profeta’ nel senso che viene ad annunciare ma poi la vera voce deve nascere dal basso, dal popolo di Dio”. Ha invece riflettuto sull’importanza della cooperazione tra parroci don Leonardo Biancalani, per il quale “questa riorganizzazione renderà necessaria una vera conversione pastorale per i sacerdoti. Una unità pastorale non è semplicemente la somma aritmetica di comunità ma realtà che si mettono in cammino secondo lo Spirito del Vangelo”.
Irene Bertelloni