Celebrata a Pontremoli, in duomo e con la processione per le vie cittadine, la festa del Corpus Domini
I due momenti più significativi della festa del Corpus Domini – la celebrazione, in duomo, della S. Messa e la processione lungo le vie cittadine con l’ostia consacrata – sono stati presieduti a Pontremoli dal vescovo diocesano fra’ Mario, con un concorso di fedeli che ha confermato la ripresa, lenta ma costante, della partecipazione alle celebrazioni liturgiche più significative.
Il senso profondo della festa del “sacratissimo Corpo e Sangue del Signore” è stato ricordato dal vescovo Mario all’inizio dell’omelia: “La Liturgia ci porta a immergerci nel Mistero immenso di Amore che è il Corpo e il sangue di Cristo, l’eucaristia, il sacrificio di Cristo per amore dei suoi e di tutta l’umanità, il desiderio di riconciliazione e di redenzione che è alla base di questo amore smisurato di Dio per il mondo”.
Nel deserto, il popolo ebraico ha ricevuto da Dio il dono della manna, il pane che veniva dal cielo. Nel brano di vangelo proposto dalla liturgia, “abbiamo appreso che Gesù si è identificato come il Vero Pane disceso dal cielo. Egli si è offerto per noi come cibo e bevanda che danno la vita in eterno”. “Onorare il Corpo e Sangue di Cristo non è semplice affare per anime devote ma è impegno e responsabilità a seguire Gesù nel dono della sua vita per gli altri”.
“Il partecipare ad un unico pane, ha ricordato fra’ Mario, crea l’unità della Chiesa e del mondo riconciliato da Dio: ‘Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all’unico pane’. […] Riconoscendo nell’offerta della Chiesa la vittima immolata per la nostra redenzione riceviamo la pienezza dello Spirito Santo e diventiamo in Cristo un solo Corpo e un solo Spirito”.
“Come Pastore di questa Diocesi”, ha, quindi, rivolto a tutti l’esortazione di Paolo agli Efesini “a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto, con tutta umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l’unità dello Spirito nel vincolo della pace. Un solo corpo, un solo Spirito… un solo Signore, una sola fede, un solo Battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che è sopra tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti’” (Ef 4,1-5).
Ha citato, poi, la Lettera ai Galati, nella quale l’apostolo ricorda che “non c’è più giudeo né pagano; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, perché tutti voi siete un essere solo in Cristo Gesù” (Gal 3, 28). “Sono parole, ha concluso, che hanno una profonda valenza politica e che indicano una strada difficile ma possibile su cui vale la pensa di impegnarsi”. Nel corso della celebrazione, nella piazza si sono via via riunite le confraternite parrocchiali, lodevoli nella ferma intenzione di dare continuità ad una presenza resa sempre più difficile, nel numero, dalla difficoltà di rinnovamento delle adesioni.
Presenti anche la Musica cittadina ed altre associazioni di volontariato. All’uscita dei fedeli e del corteo di accompagnamento al Santissimo, portato dal vicario generale don Marino Navalesi, la processione si è avviata lungo un percorso inedito, a causa dalla chiusura per lavori del ponte Zambeccari.
Dopo il suggestivo passaggio nello stretto vicolo della Crësa e sull’omonimo ponte, raggiunta piazza Italia, il corteo è ridisceso lungo via Roma e, attraverso via del Seminario, ha ripercorso la Crësa per rientrare in duomo.
Al termine della benedizione impartita dal Vescovo, don Graziano Galeotti, anche a nome degli altri parroci, ha ringraziato il presule per la sua presenza, le autorità civili, guidate dal sindaco, e militari e tutti i numerosi presenti, con particolare riferimento alle confraternite ed al mondo del volontariato. (a.r.)